La decimazione
- Autore: Vincenzo Santoro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2008
Il libro “ La Decimazione ” (Città del Sole Edizioni, 2008) è ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e racconta la storia di un ragazzo, Stefano e della sua vita di militare chiamato al fronte. Ciò comporta che sia costretto a lasciare la sua città, la sua famiglia e la sua fidanzata per arruolarsi. Molti e certi sono i riferimenti agli aspetti storici, sia per quanto riguarda la vita a Catanzaro a quei tempi, che sul campo di battaglia. L’autore Vincenzo Santoro, infatti, leggiamo dalla sua biografia, è uno
“studioso di storia e di aspetti inerenti la giustizia militare e il diritto umanitario nei conflitti armati, in qualità di ufficiale della Riserva selezionata dell’Esercito italiano”
e “riveste il grado di Capitano del Corpo di Commissariato”.
“La Decimazione” rappresenta, quindi, un romanzo storico argomentato sulla base di ricerche provenienti dagli archivi storici dell’esercito e dai diari dei reggimenti, oltre che da documentazioni private e racconti orali fatti propri dall’autore. Il protagonista, Stefano, partecipa inizialmente con molto entusiasmo alla Prima Guerra Mondiale, ma poi, pian piano, coglie gli aspetti più disumani della guerra, fatta di enormi sacrifici fisici e morali. In particolare, è costretto a vivere dal vivo la decimazione, che è una pratica orrenda, utilizzata in campo militare per fare giustizia sommaria quando c’è qualche problema di una certa rilevanza tra i commilitoni. Si scelgono così, in maniera casuale, i militari da punire con la pena capitale. Gli episodi narrati si riferiscono a quelli che hanno riguardato la Brigata "Catanzaro", grande Unità di fanteria del Regio Esercito italiano. Attiva nel corso della prima guerra mondiale con due reggimenti, il 141º e il 142º, è costituita quasi esclusivamente da militari calabresi. Durante la Grande Guerra la Brigata Catanzaro si trova ad operare in varie località sulla linea di confine nord-orientale, in particolare sul monte Mosciagh, ma anche sul monte Cengio e quello San Michele, a cui l’autore dedica specifici capitoli. I disagi della guerra e la giustizia sommaria minano il fisico e lo spirito di Stefano che deve assistere inerme alla morte di suoi amici e coetanei e, soprattutto, del suo amico più caro. In tutto il libro c’è un narratore esterno, mentre alla fine, il protagonista è riportato nell’attualità del mondo contemporaneo con considerazioni importanti su quanto e come sia ricordata la storia eroica dei suoi commilitoni.
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