La disfida di Giorgio Caponetti

Ecco tornare in libreria Giorgio Caponetti con “La Disfida”, una nuova avventura del suo gentiluomo veneziano Alvise Pàvari dal Canal, professore di ippologia, velista, tombeur de femmes, proprietario di un quasi fatiscente palazzo sul Canal Grande, ereditato dagli antenati. Ma in parallelo con le sue storie, Caponetti ci racconta anche quelle del suo antenato, Alvise Pàvari anche lui, vissuto nei primi anni del Cinquecento, e testimone niente meno che della celeberrima Disfida di Barletta, quell’episodio di storia che nel mito del Risorgimento lo scrittore Massimo D’Azeglio, genero di Manzoni, raccontò nel noioso e retorico romanzo storico “Ettore Fieramosca”.

In poco più di trecento pagine godibilissime, Caponetti alterna le vicende dei due omonimi protagonisti: il ventenne Alvise viene inviato dal padre a Trani per portare in terra di Puglia, proprietà della Serenissima, cento cavalli magnifici che serviranno per essere venduti ai vari mercenari, italiani, francesi e spagnoli, che si contendono le terre del sud della penisola. Affrontando con determinazione le difficoltà che gli si presentano, il giovane nobile saprà farsi valere e riuscirà ad affermare i diritti e la supremazia della Repubblica veneta.
Malgrado il ripetersi di episodi violenti, di cui sarà protagonista anche il duca Valentino, passato di lì lasciando dietro di sé arroganza e veleni, grazie anche all’aiuto della badessa Virginia, disegnata sul modello manzoniano della celebre signora di Monza, inclusi i ricci che fuoriescono dal velo e la tendenza alla sensualità, il coraggioso Alvise riuscirà a cavarsela lasciando dietro di sé un buon ricordo, anche se il suo ritorno a Venezia sarà poi molto problematico.

L’Alvise nostro contemporaneo invece si imbarca sul suo splendido veliero, lo Zita&Zeno, che i cantieri Sangermani avevano costruito per i suoi genitori, e raggiunge Trani, per sfuggire alle noie e alle difficoltà del quotidiano. Qui incontra il personaggio più riuscito del romanzo, l’Ammiraglio di Squadra Gianannibale Diomede, ormai novantenne, ma ancora in perfetta efficienza fisica e mentale, Presidente della locale Lega Navale, ma anche proprietario della Cavallerizza, dove vengono allevati cavalli di razza selezionata, fra cui un magnifico purosangue, un Napoletano di quattro anni... e qui il presente si lega al passato.

Giorgio Caponetti riesce a costruire con maestria una storia lunga cinquecento anni, dove si mescolano con leggerezza tradizioni, buon gusto, senso dell’ospitalità, eleganza, buoni cibi e vini, bon ton, bellezza, musica, poesia: i versi di Dino Campana , “Le vele le vele le vele, che schioccano e frustano al vento”, le note di “Va’ pensiero”, le ostriche al gratin, la navigazione a vela in solitario, le orecchiette con le cime di rapa, i colori del Duomo di Trani al tramonto, i ricordi della guerra, i fasti della Regia Marina, la gratitudine per i grandi italiani del passato, Ettore Fieramosca, Fanfulla da Lodi, e della storia più recente, Durand de la Penne e Straulino, ecco, ne “La Disfida” tutto si tiene con eleganza e agilità, grazie ad una lingua che mescola dialetto veneziano, parlata pugliese antica, lingua burocratica dei documenti, rapidità dei fonemi della comunicazione attuale, verbale, via mail, via skype, insulti e parolacce incluse, senza che mai ci si annoi nella lettura, che scorre fluida verso la conclusione, anno 2015, nel grande ovale di Piazza di Siena, durante il Concorso ippico internazionale di Roma, degno finale di una passione, quella per l’equitazione, che resta l’argomento privilegiato per il professor Pàvari, e anche per il suo autore!