La donna che morì bevendo caffè
- Autore: Cristina Preti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2011
Talvolta in libreria brillano titoli assai invitanti dietro cui però troviamo contenuti deludenti, se non addirittura il nulla. Dietro La donna che morì bevendo caffè (Eclissi editrice, 2011) c’è tanta di quella sostanza da portarti a credere di avere a che fare con una scrittrice consumata.
Cristina Preti invece è una narratrice ancora ai primi passi, promettente e preparata, dallo stile fluido ed elegante.
La trama del romanzo è piuttosto semplice: Orso - trentenne commercialista di belle e concrete speranze - cerca di scandagliare in profondità la vera personalità di sua madre Francesca, venutagli a mancare all’improvviso, dopo averne letto per caso alcune pagine di un diario tenuto segreto. Il nostro intende far luce su quella parte di lei rimasta in ombra per tanti anni.
Penserete voi: tutto qui? Già, ma ecco venire il bello: come da un banale foglio di carta si arriva a creare il più complesso degli origami, così da una storia soltanto in apparenza disadorna di spunti narrativi, la Preti imbastisce un intreccio profondo e pieno di pathos da tenerti piacevolmente legato al libro.
La ricerca di Orso – che lo porterà a scoprire un imbarazzante segreto nella vita di sua madre, con un finale sconcertante - è inframezzata da proiezioni a ritroso nella memoria sui momenti trascorsi con lei, con il padre - direttore di banca ora in pensione - e con la sorella minore Chiara, tipino ribelle e “alternativo”, puntellata di piercing. Al giovane e prestante protagonista non possono certo mancare le avventure sentimentali: passionali e al contempo spigolose come quella con Miriam, fugaci e vuote come con Alessandra.
Il narrato nel suo dipanarsi si arricchisce via via di temi sempre più interessanti:
- il rapporto stretto, al limite della venerazione, di Orso con la mamma e, dall’altra parte, quello tormentato e aspro tra la madre e Chiara;
- la bulimia di quest’ultima insieme con la sua vita sbandata;
- il mondo autoreferenziale della cultura e dell’impegno educativo incarnati da Francesca e l’amica Carla, entrambe insegnanti;
- il grigiore esistenziale del padre, uomo di poche parole e incapace di slanci emotivi;
- soprattutto i vizi e le miserie di una famiglia benestante dissimulati dall’ipocrita perbenismo borghese.
Si notano cura e delicatezza in queste pagine spedite, senza momenti di stanca o inutili divagazioni. Il carattere dei personaggi è lavorato con precisione e dovizia di particolari. Singolare - e non è poco - la capacità di sapersi calare a meraviglia nella psicologia maschile del protagonista. Da notare inoltre i richiami qua e là all’opera lirica, inequivocabili segnali di una spiccata predilezione da parte dell’autrice.
Una storia, dunque, con gli elementi azzeccati per intrigare: conformismo, malattia, amore, tradimento, tenerezza, erotismo, sofferenza, nostalgia, solitudine, incomprensione.
I 15 euro di copertina - garantito - li vale davvero tutti.
La donna che morì bevendo caffè
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