La famiglia Tiffany di M. J. Rose

“La famiglia Tiffany” (Newton Compton 2019, titolo originale “ Tiffany blues”, traduzione di Nello Giugliano e Clara Nubile) di M. J. Rose, autrice bestseller di dodici romanzi di successo, è un’appassionante storia ambientata negli Stati Uniti durante gli anni d’oro del jazz.
New York, 1924.

Non mi aspettavo di trovare una cascata nel mezzo di Central Park.

La ventiquattrenne Jenny Bell, proveniente da Ithaca, Stato di New York, viveva da un anno nella Grande Mela, per frequentare la Art Students League e lavorava nella sala da tè della signora Bullard al Greenwich Village. La ragazza, dai capelli ricci e dagli occhi blu porpora, risiedeva presso l’appartamento della sua compagna di studi, l’affascinante e benestante Millicent, detta Minx, dalla personalità impudente. Jenny, malgrado un passato doloroso che ancora la condizionava, “ero finalmente a New York, e studiavo in una delle accademie d’arte più prestigiose di tutto il Paese”.
Quel giorno la studentessa insieme ai suoi compagni si trovava nel parco cittadino a trascorrere il pomeriggio dipingendo “en plein air” secondo la tradizione degli impressionisti. Infatti, gli iscritti al corso del professor Robert Pannell dipingevano ascoltando il consiglio del docente che consisteva nel dipingere “non quello che vedete, ma ciò che sentite. Ritraete l’atmosfera”.
L’occasione della vita attendeva Jenny nella vicina e suggestiva Long Island: la ragazza era stata selezionata per trascorrere otto settimane presso Laurelton Hall, paradiso di luce, colore e arte nella prestigiosa colonia di artisti di Louis Comfort Tiffany (New York, 1848 – New York, 1933), per dipingere, disegnare e scolpire, lasciandosi ispirare dalla natura. Ogni estate, l’artista e designer statunitense, famoso per le sue creazioni Art Nouveau in mosaici di vetro legato a stagno, detto vetro Tiffany, invitava una decina di studenti nella sua proprietà per dedicarsi all’arte.

In una nota all’inizio del volume l’autrice svela l’idea per la redazione del romanzo.

Sin dall’infanzia sono stata intrigata dalla storia di Louis Comfort Tiffany. La casa dei miei bisnonni a Brooklyn conteneva una finestra Tiffany piena di lussureggianti rose rosse con un bordo di splendide foglie verdi.

In una nazione che cercava di superare la guerra e i suoi orrori, Jenny compie l’esperienza di immaginare e creare, circondata e ispirata dalla natura e dalla bellezza che Tiffany aveva coltivato e donato al mondo. Il grande pittore e creatore di gioielli ed elementi di arredo riteneva che ogni sua creazione dovesse esprimere la bellezza.
La scrittrice riporta alla luce la magica ambientazione della colonia nella lussureggiante proprietà di Laurelton Hall che si affacciava sulle acque del Long Island Sound. “L’espressione della bellezza. Era questa la mia impresa”. Louis Comfort Tiffany