La fiera verrà distrutta all’alba
- Autore: Angelo Orlando Meloni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Immaginate un mondo a forma d’imbuto dentro il quale vi è una percentuale non insignificante di persone che ha imparato a leggere e a scrivere e considerate che una percentuale imprevedibile di queste persone prima di scomparire abbia scritto un romanzo, un saggio, una raccolta di poesie, insomma, un libro. Ė chiaro che una percentuale, sempre imprevedibile, di queste opere, forse mai lette da qualcuno, scivoli attraverso questo imbuto e si accumuli nel magazzino di una libreria, di una biblioteca. Tra queste persone incontreremo il giovane ventisettenne, Enzo Losanga da Pachino, aspirante scrittore, laureato in Scienze politiche, cameriere in una pizzeria per sopravvivere. Un giorno di maggio Enzo riceve una telefonata dalla casa editrice Mille e Più di Torino che gli propone un contratto e la pubblicazione del suo romanzo “Sono felice”.
Leggendo “La fiera verrà distrutta all’alba” (Intermezzo Editori, 2015), incontreremo poi un sacco di zombi, come li definisce lo stesso autore Angelo Orlando Meloni, scrittore catanese d’origine, siracusano d’adozione, appartenente a quella New Wave di giovani autori siciliani, definiti di provincia ma sicuramente proiettati verso il mondo. Un sacco di morti viventi – come li chiama Angelo - accanto ai quali ci saranno mostri, ben peggiori, e mitomani che mettono la parola “scrittore” accanto al loro nome ancora prima di aver pubblicato anche una sola riga. Tra questi ci sono Ermanno Scafotti che costruisce acquedotti, rotonde, fontane, ma che vuole fare il grafico; Ida Mostri Camandi di Pietrasanta, campionessa europea di auto pubblicazioni specialmente di genere fantascientifico; Nino Immortalini di Dobbiaco, scrittore inedito, di fatto, il suo romanzo “Le avanguardie rimbalzano sul dito” è stato rifiutato da tutte le case editrici italiane; Milo Cavetti di Brisighella che investe sul transgenico e nel misticismo e scrive un manoscritto dal titolo “Ho foglie di tè”; e infine il più aberrante e patetico, Ivan Lo Scrivano, che non si lava mai i capelli, ha l’alitosi, e di cui non si sa di cosa parli quello che lui solo ritiene un capolavoro e cui forse sarà dato il titolo di “Se mi sorridi uccido”.
Tutti vorrebbero pubblicare con Mille e Più, a cui inviano i manoscritti, ma i loro sogni saltano in aria come la casa editrice e a salvarsi è solo il manoscritto di Losanga da Pachino. Per questo motivo Benni Carbonero, giornalista non pagato di un quotidiano che alla sua prima uscita paga un euro per essere letto, lo vuole intervistare a tutti i costi.
“La fiera verrà distrutta all’alba” fa i conti così con la mitomania contemporanea, svela i desideri mostruosamente proibiti degli “aspiranti scrittori” ai tempi dei social network e della paventata, presunta morte della lettura in un apocalittico mondo. Questa è la storia della fine del giornalismo e dell’editoria come noi li conosciamo, la storia del primo “giornale che vale”, ti paga per leggerlo; di un premio letterario discutibile la “Riscrittura d’oro”, di un Salone del Libro zeppo di libri che fanno crollare gli stand dove sono riposti e che invano vengono salvati da giovani stagisti e volontari; di un’importante fantomatica scuola di scrittura e di una casa editrice che scoppia e con essa si disintegrano migliaia e migliaia di manoscritti, mai editi, mai letti.
Insomma, quest’ultimo romanzo di Angelo Orlando Meloni è la descrizione reale, fin troppa reale, dissacrante e ironica di “un mondo che si è rivoltato come un calzino dove nessuno ha più il coraggio di ammetterlo, ma la sensazione è che il numero degli aspiranti scrittori, grafici e redattori abbia superato quello dei lettori dell’ordine di un paio di grandezze almeno”. In questo mondo a imbuto
“a nulla è valso sancire per legge l’obbligo di lettura. A nulla è valso cooptare studenti, dipendenti pubblici e pensionati di mezza Italia con quei pellegrinaggi alla fiera del libro. E come se per ogni nuovo lettore si producessero dieci, cento, mille scrittori. E se non sono scrittori sono grafici: Se non sono grafici sono traduttori. Le porte dell’inferno si sono spalancate”.
A tenere le debite distanze da questo mondo dell’editoria ormai effimero, ormai mercificato, è Enzo Losanga da Pachino, alter-ego dell’autore stesso, che non trema, non s’inchina, non chiede pietà e a testa alta continua per la sua strada.
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