La finestra sotto il ciliegio di Enza Villoni

Monica è una bella ragazza che svolge la sua attività di veterinario con passione e dedizione. Incontra un giovane attore emergente di cinema e teatro e tra loro nasce l’amore. Coronano l’esistenza quasi perfetta della giovane dottoressa una famiglia affettuosa e amici cari. Unico neo è la scomparsa prematura della mamma occorsa per un infarto a poco più di cinquanta anni.Tutto però precipita quando per la ragazza inizia il calvario discendente dopo l’infausta diagnosi di SLA (Sclerosi laterale amiotrofica)...

Il romanzo di Enza Villoni può distinguersi in due parti: la prima che racconta la vita felice della protagonista descritta con toni forse un po’ da soap allo scopo di enfatizzare una perfezione non a tutti concessa. La seconda, quella della malattia è invece cupa, drammatica e piena di pathos.
La scrittrice segue la protagonista e gli altri personaggi capillarmente non omettendo esiti diagnostici e terapie per accentuare il realismo della vicenda.
Distingue il romanzo la precisione da parte della sua autrice nel descrivere fatti e circostanze ma anche diagnosi mediche sia relative alla malattia di Monica che a quelle dei pazienti veterinari. Enza Villoni per spiegare il lavoro di attore di Alex, il protagonista maschile, non esita a inserire articoli di critica teatrale nonché un commento su Il fu Mattia Pascal.

Accurato lavoro di ricerca e narrazione scorrevole sono le particolarità del romanzo che però pecca in una prima parte forse eccessivamente leziosa. Bella prova in ogni caso e molte lacrime per la seconda parte che vede una protagonista fiaccata dal male ma confortata dalla fede religiosa. Da leggere.