La gemella sbagliata
- Autore: Ann Morgan
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2017
“Thriller psicologico” ormai è un mantra di tendenza. Una definizione passepartout. Una certificazione doc per romanzi anche alla lontana assimilabili al genere. La corsa all’oro delle emozioni forti – sesso & violenza come succedanei di eros e thanatos – funziona in editoria sulla scorta degli stereotipi. Cosa succede quando il (così detto) thriller scompagina le regole del gioco, e se parla di morte è della morte dell’anima che parla, con buona pace di J. P. Sartre?
Succede che siamo al cospetto del thriller che non ti aspetti e che sotto sotto speri: “La gemella sbagliata” (Piemme, 2017), si intitola, e sa incollarti alla pagina facendo a meno dei luoghi comuni di cui sopra, uno per uno. “La gemella sbagliata” è una storia di doppi, e doppie personalità. Delle discese all’inferno che spesso ne conseguono.
È una parabola post-stevensoniana (Jekill/Hyde) per interposta persona. Una saga familiare tagliata in due dal dolore, imbavagliata dai silenzi, benedetta dalla sindrome bipolare. Questo mondo è il mondo sbieco messo in piedi da Ann Morgan e se ci capiti dentro finisce che non ne esci, se non alla fine: è la sola verità del romanzo che potete tenere a mente e prendere per buona. Anche il taglio narrativo è fratto (prima e terza persona), la prosa asciutta ma mai avara. La suspense assillante ma senza ricorso a macelleria seriale (vivaddio). Una suspense interiore, della serie vediamo un po’ come va a finire questa volta. E Ann Morgan è il nome che dovremmo segnarci in agenda per i romanzi prossimi venturi. Della trama, come al solito, vi racconto ciò che posso: Helen ed Ellie sono gemelle, su questo non ci piove. Proprio due gocce d’acqua (per restare in tema di pioggia) ma dissimili nel carattere. Helen è la personalità dominante, Ellie è la succube. Helen comanda, Ellie le obbedisce. Helen si inventa i giochi, Ellie vi partecipa. Così succede che un giorno Helen dice ad Ellie di scambiarsi i ruoli (le identità). Abiti, pettinatura, modi di fare, insomma Ellie diventa Helen ed Helen, Ellie. Dunque la prima, per una volta, spadroneggia, la seconda finge sottomissione. Abboccano tutti, perfino la mamma. Il gioco si rivela divertente, tenuto conto che come tutti i giochi dovrebbe durare poco, e invece... Invece quando Helen chiede a Ellie di tornare a essere se stessa, quest’ultima risponde picche. Ha assaporato il gusto del potere familiare e non intende più tornare indietro.
Con lontani rimandi a “Che fine ha fatto baby Jane” (Henry Farrell), le premesse dell’incubo a occhi aperti ci sono già tutte – complesso di Caino, perdita d’identità, manipolazione della coscienza, distorsione della realtà –, acutizzate dai "non detti" e dalle dinamiche interne a una famiglia ben più complessa (disfunzionale) di quanto le bambine stesse non immaginino. Un thriller esistenziale (se proprio thriller dev’essere) dal respiro ampio e suggestionante. Da non perdere.
La gemella sbagliata
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Ho letto questo libro con trepidazione e molto attesa, ma fin dalle prime pagine mi ha annoiata, a metà libro la conclusione era già comprensibile.
E’ sicuramente un libro ben scritto, con un ottimo senso della trama ed è scorrevole alla lettura, ma troppo surreale.
Per essere un romanzo che si propone di trattare un argomento comunque delicato, ci presenta personaggi che non stanno in piedi.
Questo scambio surreale, claustrofobico, tutti sanno tutti tacciono.
La monotonia di un gioco iniziato per scherzo, ma il gioco è bello quando dura poco e qui dura tutto un libro, tutta una vita narrativa.