La gioia di uccidere
- Autore: Harry MacLean
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2016
Un professore di letteratura inglese in un college del Midwest ha appena lasciato il suo incarico, per non essere licenziato: il suo comportamento, le cose che ha pubblicato, in particolare un romanzo, “Il professore”, appunto, lo hanno messo in cattiva luce presso il corpo accademico, soprattutto perché durante le presentazioni del libro appariva una evidente identificazione dell’autore con il suo personaggio, un insegnante che uccide a sangue freddo la moglie che lo tradisce (da qui “La gioia di uccidere”, il titolo del romanzo di Harry MacLean), ed è soddisfatto di essere condannato a morte e ucciso sulla terribile sedia elettrica, ancora in uso in alcuni stati americani fino a tempi relativamente recenti.
L’io narrante della storia dunque si rifugia nella casa vicino al lago dove aveva trascorso le estati della sua infanzia, deciso ad esorcizzare i suoi troppi fantasmi scrivendo, su una macchina da scrivere Underwood, una storia lunga quaranta anni, che comincia in un notte in treno, nel 1958, quando il quindicenne di allora, diretto a Chicago e poi a Bonneville, nello Iowa, dove lo attendevano i genitori per le vacanze natalizie, incontra una ragazza, bionda e bella, con la quale passa ore indimenticabili.
Per tutta la complessa narrazione che attraversa l’intera vita del protagonista, la ragazza sembra essere l’inizio di tutto, l’amore, il sesso, l’intimità, la complicità, la spregiudicatezza, l’indifferenza per quanto c’è intorno, tutto sparisce o prende luce da questo lungo viaggio in treno, forse l’unica cosa bella dell’intera vita del narratore. Vita nella quale sin dall’adolescenza il ragazzino si segnala per comportamenti asociali, violenze, piccoli atti di teppismo, spinto dall’amico David, che lo porterà a commettere atti gravissimi.
Nel romanzo l’autore mette di tutto: la pedofilia, l’abuso sessuale che i due ragazzini subiscono dal vecchio Willie, che doveva procurare loro una ragazza, in cambio di favori sessuali; i rapporti insani con la prima moglie, che lui scopre a fare sesso sfrenato con l’amico David, suo testimone di nozze. E ancora l’episodio mai meglio chiarito che aveva portato all’annegamento del coetaneo Joseph, sparito nel lago durante una tempesta, senza che lui lo avesse potuto salvare: di quella morte porterà sempre il rimorso, odiato dalla sorella di lui, Sally, che lo aveva ritenuto almeno in parte colpevole di quella morte assurda.
Libro durissimo, quello di Harry MacLean, noir letterario, come viene presentato il romanzo, per l’urgenza che il protagonista sembra nutrire di mettere su carta, battendo nevroticamente sui tasti, tutto ciò che lo ha devastato, per trovare una ragione plausibile a quello che in finale, ovviamente a sorpresa, si scatenerà nella sua psiche. Un oggetto di uso comune, uno zippo che suo padre gli aveva regalato, reduce dalla guerra nel Pacifico, con tanto di iniziali, sarà la causa scatenante di una violenza troppo a lungo repressa.
La qualità letteraria de “La gioia di uccidere”, efficacemente tradotto da Fabio Pedone per Darkside, la nuova collana di Fazi, è buona ma il romanzo in certe parti risulta un po’ troppo ripetitivo, francamente eccessivo nelle descrizioni in alcune parti. Ottima la citazione nell’epigrafe dovuta al genio di Mark Twain:
“La gioia di uccidere! La gioia di vedere l’omicidio compiuto – questi sono tratti distintivi della natura umana in generale”
non si poteva trovare una sintesi migliore per raccontare l’atmosfera cupa ma incandescente del romanzo.
La gioia di uccidere
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