La giovinezza
- Autore: Paolo Sorrentino
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2015
La giovinezza è la sceneggiatura di Paolo Sorrentino edita da Rizzoli del film omonimo che il regista ha presentato il 20 maggio in concorso alla 68a edizione del Festival di Cannes 2015, uscito in contemporanea nelle sale italiane.
E’ un cannocchiale puntato verso i ghiacciai perenni delle Alpi Svizzere la chiave di lettura per comprendere il nuovo atteso film del regista napoletano, Premio Oscar come miglior film straniero nel 2014 per La grande bellezza.
“Questo è quello che si vede da vecchi: si vede tutto lontanissimo, quello è il passato”.
Basta girare il cannocchiale nel verso giusto ed ecco che l’imponente montagna che si staglia all’orizzonte sembra a portata di mano. “Quello è il futuro”, spiega alla sua giovane sceneggiatrice uno dei due protagonisti di una pellicola scritta da Sorrentino per commuovere il pubblico.
“Il tema del film è la necessità di guardare sempre al possibile futuro che coincide con il guardare alla libertà che a sua volta coincide con l’essere giovani. E dato che i miei due protagonisti adulti a loro modo riescono a guardare il futuro, sono giovani.”
Ha dichiarato il regista in una recente intervista.
“È il mio film più intimo, scritto e pensato in poco tempo. Un agosto a Roma con i figli in vacanza e la casa vuota. Invece di ciondolare in mutande, mi sono messo al lavoro”.
Il magnifico scenario alpino, i prati scoscesi e i boschi selvosi, il metodo di lavoro rigoroso ed efficiente del personale di una lussuosa Spa situata ai piedi delle Alpi svizzere fanno da cornice ideale alla gigantesca presenza interpretativa di Sir Michael Caine (Fred Ballinger) e alla grandiosa fragilità di Harvey Keitel (Mick Boyle).
Fred e Mick sono due vecchi amici ottantenni che stanno trascorrendo un periodo di vacanza in montagna presso lo Schatzalp Hotel di Davos, lo stesso dove Thomas Mann nel 1924 ha ambientato La montagna incantata. Balliger, qui in compagnia della figlia Lena (Rachel Weisz), è stato un grande compositore e direttore d’orchestra il quale ha deciso da tempo per motivi personali di ritirarsi dalle scene. Eppure l’anziano compositore non riesce a non notare quanta musica lo circondi nei silenzi di quelle valli perfette.
Un giorno si presenta in albergo un emissario di Elisabetta II: Sua Maestà desidera festeggiare il compleanno del marito il Duca di Edinburgo con un concerto e domanda a Ballinger di eseguire le sue celeberrime Simple Songs. Ma il musicista si sottrae con fermezza molto british a questo importante impegno. Boyle è un regista americano ancora in attività emigrato da anni ad Hollywood che sente che può dare ancora molto alla sua professione. Infatti Mick sta lavorando al suo prossimo film che rappresenta il suo testamento spirituale. Non è un caso quindi che la protagonista della pellicola debba essere la grande star Brenda Morel (Jane Fonda) amata da entrambi e attrice feticcio di Boyle.
Gli amici sentono l’ineluttabilità dello scorrere del tempo, quello stesso tempo che sanno che per loro è ormai limitato, forse è per questo che guardano con tenerezza e disincanto alla vita degli altri ospiti della Spa: una coppia di anziani coniugi che non si rivolgono mai la parola, un ex calciatore famoso sovrappeso copia conforme di Maradona (Roly Serrano), una splendida Miss Universo (Madalina Ghenea), un attore californiano che sta lavorando sul suo prossimo ruolo (Paul Dano).
Un lungometraggio esteticamente perfetto dedicato a Francesco Rosi, complice un cast internazionale ed esaltato da una colonna sonora raffinata. Infinite le suggestioni metafisiche tra escursioni ad alta quota, massaggi, saune salutari, bagni rilassanti in piscina nei quali sono impegnati gli ospiti dell’albergo spessi ritratti nei loro avvolgenti accappatoi bianchi che ne risaltano il senso di straniamento e solitudine. Quanta ossessione collettiva c’è nella cura del proprio corpo sembra voglia dire Sorrentino. Inoltre appare quanto mai evidente che qui l’esercizio della memoria diventa nutrimento del quotidiano perché “le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.
Il film, distribuito in 75 paesi, si chiama Youth. La giovinezza, ma il regista pone al centro della trama la vecchiaia dove ha la parte del leone “l’assoluta autorevolezza, la classe e l’eleganza” di un artista come Michael Caine. “E’ un attore unico, se non avesse accettato è molto probabile che quella sceneggiatura non sarebbe mai diventata film”, ha rivelato il quarantacinquenne Sorrentino (li compirà il 31 maggio prossimo), il quale alla proiezione ufficiale del film al Festival di Cannes ha ricevuto 15 minuti di applausi. Un successo meritato quello del regista de L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore, Il divo, tributatogli dal pubblico del Grand Theatre Lumiere, presente sulla Croisette per la sesta volta.
C’è da dire che i film di Sorrentino non lasciano mai indifferenti, fanno discutere, dividono i critici cinematografici come è puntualmente avvenuto durante la proiezione mattutina riservata alla stampa, dove ci sono stati applausi, grida di “bravo” ma anche qualche fischio. “Youth è un film ottimista, forse fatto per esorcizzare certe paure che io e credo tutti abbiamo” ha detto Paolo Sorrentino, durante la conferenza stampa del film, ultimo dei tre italiani in corsa per la Palma d’oro dopo Matteo Garrone con Il racconto dei racconti e Nanni Moretti con Mia madre.
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