La guerra delle formiche
- Autore: Giuseppe Bordi
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Imprimatur
- Anno di pubblicazione: 2016
“Quante ragioni per fare la guerra
inventano gli uomini di tutta la terra
un oro nero, un Dio, una vendetta
la torta intera o solo una fetta…
ma non c’è torta per quanto ambita
che valga più di una singola vita”.
Si apre con questa filastrocca un libro piccino per bambini, che ha una grande lezione da impartire agli adulti. È “La guerra delle formiche”, pubblicato a novembre 2016 da Imprimatur (Reggio Emilia, pp. 128, euro 11,00), a firma di Giuseppe Bordi. Romano, nato nel 1969, lavora da anni come esperto di scrittura creativa nelle scuole elementari e medie della Capitale. Dice che vivendo a contatto con i bambini ha imparato a scrivere per i bambini, libri e testi teatrali.
Questo è un racconto lungo, in cui le piccole protagoniste popolano un mondo piccolo sotto i nostri piedi, un mondo di gallerie scavate sotto terra, anche se per raccogliere gli alimenti sono costrette ad uscire dove i passi degli enormi umani, perfino dei più piccoli, producono tonfi che fanno tremare il suolo, come sta accadendo nel momento da cui parte la lettura.
Due formicai dividono lo stesso territorio e il cibo. Certo, prepotenti e ingorde come sono, le rosse vogliono essere le prime a scegliere. Sono anche disciplinate e le loro file perfette lasciano poco alle nere, che devono attendere il loro turno, disordinate e sparpagliate, cercando di tenere sotto controllo “una fame da cavalletta”.
Sarà per l’appetito, sarà per distrazione, una piccola operaia nera si avvicina troppo presto a una mollica di pane e cerca di trascinarla. È tanto impegnata, da non sentire l’avvertimento di Zea e Zoe:
“Non ora, stupida. Lasciala e corri qui!”
Un’ombra invade il terreno e una massa enorme cala su di lei, lasciandola senza vita, accanto a una briciola quasi completamente interrata. Le rosse invece aspettano immobili che l’umano finisca di mangiare il panino e si allontani. È un bambino che vive poco lontano e ogni giorno viene a sedere sotto un albero per fare merenda. Quando scuote i vestiti, alla fine, fa cadere in terra i frammenti rimasti addosso. Da quel momento le formiche possono andare a prendere la loro razione. Quel giorno il bambino aveva visto una formichina e per divertimento l’aveva schiacciata sotto le scarpe. Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima.
Quando finalmente le rosse si allontanano, le nere sparpagliate possono prelevare quanto resta. Rientrando nelle cavità del terreno, portano a fatica le mollichine alle formiche botti, che le masticano e producono il succo che nutre tutta la popolazione della colonia. Nella profondità meno esposta ai pericoli, c’è la regina Zara.
Povere formiche botti, una vita intera col ventre gonfio a trasformare il cibo in saliva dolce. Poi, alla vecchiaia, per tutta riconoscenza vengono sostituite, portate all’esterno e abbandonate al loro destino.
Zoe e Zea sono operaie e nutrici, si occupano delle future generazioni del formicaio, costruiscono le celle per le larve che devono nascere. La regina vuole sciamare, darà alla luce quattromila figli, ma senza crescerne nemmeno uno, come al solito.
Si apre per le nutrici un periodo faticoso. Finiscono le celle ovali e vi sistemano le uova. Le chiudono con strati di terra induriti dalla saliva. Le uova si schiuderanno e nasceranno le larve. Ogni operaia balia farà mangiare quella che ha in affidamento e presto tutte le larve si trasformeranno in pupe, ad una delle quali cresceranno le ali. Un giorno diventerà regina e permetterà al formicaio di vivere ancora a lungo.
Ecco però arrivare una cattiva notizia. Questa volta le rosse hanno portato via tutto, non è rimasta una briciola, nemmeno la più piccola.
Non hanno rispettato i patti. La replica di Zara è secca:
“Non rispettateli nemmeno voi, prendete il cibo prima di loro!”
Le nere escono, a migliaia. Ma le rosse non ci stanno e picchiano forte. Sono rapide, spietate, senza scrupoli. Non lasciano scampo.
Il consiglio di guerra decide: le nere combatteranno. Ma rischiano di fare una brutta fine. Il piano di battaglia viene elaborato dalle formiche maschio ed è semplice: uscire tutte di sorpresa dal formicaio, impegnare le rosse col numero, mandare un commando di formiche schiave a rapire le larve rosse.
Se sono già pupe: ucciderle!
Quella notte nessuno riesce a dormire nel formicaio delle nere. Le schiave, soprattutto, sperano di trovare solo larve.
Lo scontro è tremendo, con tante perdite, da entrambe le parti. In guerra, non vince nessuno. In guerra, perdono tutti. Ecco la lezione per i grandi.
In quel piccolo mondo, si convincono che c’è da cercare una soluzione diversa dal conflitto. Un popolo operoso come le formiche può senz’altro trovarla. E suggerirla a noi giganti.
La guerra delle formiche
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La guerra delle formiche
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