La lunga notte di Exilles
- Autore: Laura Mancinelli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Exilles, un nome decisamente esotico per una cittadina italiana. Infatti, è sotto il controllo francese l’abitato che sorge in alta val Susa, Piemonte, sormontato dal forte militare che lo difende. Non siamo evidentemente ai nostri giorni, ma in quelli del XVIII secolo in cui si svolgono le vicende che Laura Mancinelli (1933-2016) ha raccontato a suo tempo in un romanzo breve, che la casa editrice novarese Interlinea ha riproposto nel 2018, La lunga notte di Exilles, 144 pagine 12 euro. Docente di filologia germanica nell’Università di Torino, Mancinelli associò negli ultimi anni una produzione narrativa a quella abbondante di carattere accademico. La prima edizione venne pubblicata da un altro editore e con un titolo diverso nel 2011, La Sacra Rappresentazione ovvero come il forte fu conquistato ai Francesi.
Nei primi del 1700 Exilles era un comune di poche anime piuttosto movimentato. La guarnigione francese del forte si scontrava ogni tanto nei boschi con qualche drappello del duca di Savoia, che una volta insediatosi a Torino e averne fatto la sua capitale cercava di estendere il dominio alle valli che portavano in Francia. Le truppe transalpine di servizio nel forte difendevano a loro volta un avamposto nella regione che chiamano Delfinato.
Non solo i soldati erano in attività nella zona. Benché non ci fosse illuminazione pubblica nell’aprile del 1707, poco più di un anno prima che i piemontesi strappassero Exilles ai Francesi, di notte i cittadini si aggiravano furtivi nel buio. Scivolavano lungo i muri conoscendo il paese pietra su pietra.
Anche il curato, don Giasset, si muove senza una luce a guidare i suoi passi verso la casa della vedova Ballon, ma non lo fa di certo per tenere nascosta la relazione, nota a tutti e tollerata. A quei tempi non c’era riprovazione per un sacerdote che violasse il voto di castità, a condizione che l’amante fosse una donna libera, vedova o nubile. In caso diverso, la passione per una sposata sarebbe stata vista come un tradimento, un peccato grave.
Don Giasset è ansioso di rivelare un suo progetto a Veronique. Vuole portare anche ad Exilles una Sacra Rappresentazione, come quelle che venivano allestite nei paesi vicini in onore di Gesù, della Madonna o di un Santo. I Mystères, realizzati dapprima nelle chiese con pochi personaggi e tanta fede, nel tempo erano diventati autentici spettacoli all’aperto, con attori, ballerini, teatranti, giullari. Coinvolgevano festosamente tutti gli abitanti, soprattutto nella coda successiva di abbondanti bevute e gozzoviglie. Praticamente un carnevale, spazio al profano più che al sacro.
Di Mystères parla anche Daniel, il più giovane dei due ufficiali del presidio francese che la piacente vedova Ballon incontra nella locanda di Madame Leontine, frequentata da una clientela scelta, perché la soldataglia affolla invece l’osteria del Brichet. Nell’elegante divisa rossa, diffonde intorno a sé un profumo intenso e piacevolissimo, una fragranza estratta dai fiori di mandorlo. Il ragazzo è originario di Arles e si dilunga sulla bellezza delle scene delle Sacre Rappresentazioni, sulla bravura degli interpreti, la leggiadria dei canti e poi la gran festa che segue la recita vera e propria, con i saltimbanchi e i giocolieri che animano l’ambiente, spingendo tutti a ballare, uomini, donne, anche bambini. E quando i più sono vinti dalla stanchezza e dal sonno, alcuni continuano a tirare la festa per le lunghe nelle osterie, particolare questo che attira la curiosità interessata di madame Leontine.
Il racconto del galante Daniel continua in casa Ballon, dove il bell’ufficiale si è offerto cavallerescamente di scortare la donna.
Insomma, è bastato un accenno del buon parroco per generare tanta attenzione verso quella rappresentazione scenica inedita per Exilles.
Don Giasset raggiunge di nuovo l’abitazione di Veronique, pregustando il buon pasto preparato come di consueto e trova la piacente vedova ben orientata a favore di un Mystère in devozione di San Rocco di Montpellier. La circostanza sorprende piacevolmente il curato, sebbene a sorprenderlo sia pure l’insolito e persistente profumo che aleggia negli ambienti, sovrastando perfino l’odore di bollito, cipolla e sedano.
La donna nega che nell’aria si avverta qualcosa d’insolito. Ma che dire del cappone servito in tavola dalla signora? Sembra incompleto, mancano un’ala, una coscia e parte del petto. Allo sguardo interrogativo, la scaltra vedova si giustifica affermando di non aver resistito alla fame, in sua attesa.
È così che il progetto della Sacra Rappresentazione prende corpo e fa contenti tutti, da chi calcola di incrementare le vendite a chi spera di trovare marito alla figlia non bella.
Intanto, viene giù anche la neve e qualcuno confeziona un pupazzo che somiglia parecchio al curato. Certo che la carota non è posta a rappresentare il naso, ma tanto più in basso. Che irriverenti.
La lunga notte di Exilles
Amazon.it: 12,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La lunga notte di Exilles
Lascia il tuo commento