La mano destra del diavolo
- Autore: Dennis McShade
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2012
Peter Maynard, americano di New York, soprannominato “il Califfo”, è il miglior sicario in circolazione. Coadiuvato dal fedele “Lucky” Cassino, che gli procura i contatti e le informazioni necessarie a portare a termine i lavori affidatigli, nel tempo libero Maynard si dedica a occupazioni che a nessuno verrebbe mai in mente di associare a un sicario professionista: legge classici, va a teatro e invece dei superalcolici beve quantità industriali di latte per cercare di combattere l’ulcera che lo tormenta. Fedele col sentimento alla sua donna, Olga, di cui l’autore ci dice poco o nulla, limitandosi a tratteggiarla continuamente nei pensieri di Maynard, quasi fosse un mantra che gli ricorda che esiste ancora qualcosa per cui vivere, l’uomo non disdegna di intrattenersi con donne più pericolose che incontra negli ambienti malavitosi e che ricordano vagamente le più famose Bond-girls. A tal proposito, la figura della donna che emerge dal romanzo di McShade non è certo delle più esaltanti; poco più che donne-oggetto (quando non sono belle statuite disponibili e accondiscendenti, come Olga, priva del benché minimo spessore anche nei pensieri del protagonista, che la identifica unicamente come “oggetto” d’amore), sono personaggi sterili, vanitose e civette, guidate da un’insaziabile voglia di sedurre, come nel più consumato degli stereotipi polizieschi.
Ne “La mano destra del diavolo” (Voland, 2012), il compito di Maynard consiste nel trovare e uccidere i quattro uomini che anni addietro hanno stuprato la figlia di un ricco imprenditore, procurandone indirettamente la morte per suicidio. Un compito da “buono”, dunque, una sorta di giustiziere che arriva laddove la giustizia non può – o non vuole – intervenire.
Il romanzo è ambientato negli Stati Uniti e i personaggi sono evidentemente americani, ma il lettore non deve farsi tranne in inganno dalle apparenze per la nazionalità dello scrittore: Dennis McShade, infatti, è lo pseudonimo usato dal giornalista sportivo e scrittore portoghese Dinis Machado, il quale, per sfuggire all’implacabile censura del regime dittatoriale di Salazar, è costretto a scrivere le proprie opere sotto falso nome per poi tradurle in portoghese e diffonderle nel proprio Paese come se si trattasse delle opere di uno scrittore statunitense. Il genere thriller-poliziesco, infatti, pur non essendo di per sé pericoloso per i regimi autoritari, con la sua rappresentazione di una società corrotta, violenta e turbolenta può destabilizzare gli animi della popolazione che la dittatura vuole invece sottomessa, incantata da un finto ideale di pace e di giustizia supreme perpetrate dallo Stato. Ne consegue, dunque, che la corruzione degli Stati Uniti descritti da McShade sia in realtà la corruzione del Portogallo di Machado, vittima d’ingiustizie secolari.
Opera pregevole pur senza raggiungere picchi di eccellenza, “La mano destra del diavolo” di Dennis McShade è un poliziesco di genere ma soprattutto sui generis, che sovverte gli stereotipi prestandosi a molteplici chiavi di lettura.
La mano destra del diavolo
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