La memoria del vento
- Autore: Mark T. Mustian
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2011
Il genocidio armeno è una delle grandi tragedie del ventesimo secolo, ulteriormente aggravata dal negazionismo, che ancora oggi perdura, da parte di molti Paesi del mondo. La persecuzione e la deportazione di migliaia di armeni da parte del governo turco sono ancora oggi in cerca di un riconoscimento, che il Paese che ne fu responsabile continua a rifiutare. Nel migliore dei casi, si ammette a denti stretti che “durante la Seconda Guerra Mondiale episodi come questo erano all’ordine del giorno”, aggiungendo che “bisogna guardare avanti”. Recentemente, la coraggiosa esternazione di Papa Francesco ha fatto scalpore ed è stata un importante passo in avanti per un popolo la cui ferita non si è ancora rimarginata, proprio perché costretta nell’ombra e nell’oblio.
Sono esattamente l’ombra e l’oblio i due elementi che si riassumono in Emmett Conn:
- l’ombra che lo porta a glissare sulla sua origine turca e sul suo vero nome, Ahmet Kahn, lui che, da tantissimi anni ormai, è un vero cittadino americano;
- l’oblio che riguarda il suo passato: tutto quello che sa è di essere stato curato da Carol, un’infermiera statunitense, in un ospedale di Londra. Come e perché si trovasse lì, non è mai riuscito a ricostruirlo. In seguito, Carol l’ha sposato e portato con se negli Stati Uniti, dove sono arrivate due figlie e una vita tranquilla, fino alla morte della moglie.
In seguito a un ictus, Emmett inizia però a fare strani sogni. Si vede nei panni di un giovane gendarme guidare una manica di stranieri disperati in un percorso fatto di stenti e violenze, dove la maggior parte di loro perde la vita; vede una ragazza bellissima, dagli occhi di colore diverso, che gli provoca un fortissimo desiderio, tanto da spingerlo a proteggerla dalle insidie e dai suoi stessi compagni. Pian piano si rende conto che i suoi non sono sogni, ma ricordi, e che quella che vede è una devastante realtà: proprio lui, Ahmet, ha avuto un ruolo attivo nella deportazione armena.
Araxie, questo il nome della bella armena, diventa il pensiero fisso di Emmett, come già è stata quello di Ahmet: dapprima deciso a possederla come un qualsiasi gendarme potrebbe fare con una prigioniera, Ahmet, stregato da lei, l’ha poi presa sotto la sua protezione, cercando di portarla sana e salva ad Aleppo, la loro meta. Lì, però, ha dovuto lasciarla in cura in ospedale, facendo vari lavori per mantenersi e riuscire a vederla ogni tanto, clandestinamente. Poi, la separazione forzata, e il nulla.
Il turbinio dei ricordi ha un effetto devastante su Emmett, che inizia ad avere, suo malgrado e inconsciamente, reazioni violente. Diventato difficile da gestire, viene infine internato dalla figlia Violet. Il bisogno di sapere, però, è più grande e più forte di tutte le difficoltà e di tutte le serrature.
Pur essendo un libro che dà una valida idea della realtà, tanto da non risultare, in molti punti, adatto alle persone facilmente impressionabili a causa delle immagini estremamente crude che descrive, non è un trattato: non rappresenta, quindi, una descrizione “tecnica” della deportazione e del genocidio armeno, ma lo vede attraverso i sentimenti di un ex carnefice pentito e disperato. Si tratta quindi, malgrado la crudezza, di una scrittura piuttosto “ovattata” e sfumata, e questo, oltre al continuo passaggio fra ricordo e attualità, lo rende poco scorrevole e, in vari brani, abbastanza pesante. Argomento interessante, bella idea narrativa, ma si fatica non poco ad arrivare alla fine.
La memoria del vento
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