La mia ciclotimia ha la coda rossa di Lou Lubie

Capita, a volte, di ritrovarsi con un ospite indesiderato. Anche a Lou Lubie è successo, e ce lo racconta nel graphic novel La mia ciclotimia ha la coda rossa (Comicout, 2017, trad. di Boris Battaglia).
Tutto ha inizio quando Lou ha 16 anni. Un giorno come tanti tutta la sua allegria sembra sparire improvvisamente, come risucchiata da un buco nero, senza nessun motivo. Gli anni che si susseguono sono un continuo altalenarsi di momenti di grande sconforto e dolore e di attimi di pura gioia ed euforia. A Lou è abbastanza chiaro che qualcosa dentro di lei non sta funzionando come dovrebbe, per questo decide di consultare un medico. E poi un altro, e un altro ancora. Il numero di specialisti a cui Lou chiede aiuto continua ad aumentare, ma ogni volta riceve una diagnosi diversa e nessuna soluzione. Le persone che la circondano fanno tanta fatica a comprendere cosa le sta succedendo, e non sempre accettano questi suoi sbalzi d’umore completamente inspiegabili.

Ma intanto, dentro Lou continua a crescere qualcosa. O meglio, qualcuno. Si tratta di una volpe dalla soffice coda rossa, comodamente acciambellata dentro la sua testa. È lei che decide quando Lou può essere piena di energie e dedicarsi a progetti sempre diversi, oppure deve trascinarsi per casa priva di forze, pensando di essere un fallimento completo, fino a decidere che forse sarebbe meglio, addirittura, lasciare questa vita e non dover più lottare con qualcosa che non può controllare.
Tentativo dopo tentativo, alla fine tutto diventa chiaro, e qualcuno riesce a dare un nome a quella bestiolina pelosa: si tratta di ciclotimia.
Attraverso vignette che vanno dal rosso arancio al bianco e nero, esattamente come i toni del suo stato d’animo, Lou ci illustra con ironia ma anche con estrema precisione e realismo cosa vuol dire soffrire di un disturbo dell’umore. In questo caso, si hanno alti e bassi continui, difficili da giustificare a se stessi e al mondo che ci circonda, a volte fortemente invalidanti. Ecco allora la necessità di una cura, di farmaci, esattamente come per tante altre malattie, gli effetti collaterali, la paura costante della ricaduta.
Dopo aver attraversato tutto questo, Lou ha capito che quella volpe farà sempre parte di lei, e che sarà compito suo tenerla a bada e far sì che resti piccola e giocherellona, piuttosto che un terribile enorme mostro nero. Non vale a nulla darle la caccia, la cosa migliore è farci amicizia.

“Prima della mia diagnosi, avevo un’immagine di me molto instabile, fragile. Mi chiedevo... come potevo essere contemporaneamente questa persona smagliante, energica, e quest’altra, lamentevole, debole, senza risorse? […] Il giorno che ho scoperto di essere ciclotimica ho capito che mi stavo sbagliando. Io non sono l’alto o il basso. Io sono il movimento. Instabile, impulsiva, ipersensibile, estremamente emotiva. Adesso che so quello che sono, posso decidere chi sono."