La mia vita con gli scimpanzé di Jane Goodall

Era il 1960 quando Jane Goodall mise piede per la prima volta nella terra degli scimpanzé: il Parco Nazionale di Gombe. Appassionata sin da piccola alle specie viventi, si rese conto che la sua vita era legata al continente africano, patria, per eccellenza, degli animali selvaggi. Dopo la prima vacanza trascorsa in Kenya da un’amica, Jane fu restìa a tornare in Inghilterra, e il suo destino parve capirlo all’istante. Conobbe Louise Leakey, antropologo e paleontologo, studioso dell’evoluzione umana in Africa, che dapprima la fece lavorare come segretaria nel suo studio, poi, dopo avere avuto modo di conoscere la sua personalità, le offrì il lavoro che Jane aveva sempre sognato: studiare una specie animale, ancora in parte sconosciuta, nel suo habitat naturale. Fu così che la giovane inglese, allora ventiseienne, si trasferì in Tanzania dove iniziò la sua lunga vita fra gli scimpanzé.

Il libro “La mia vita con gli scimpanzé” è un’autobiografia di Jane Goodall: il suo primo contatto con un animale nell’Inghilterra degli anni quaranta, il suo interesse per la natura che la portò a leggere di nascosto montagne di libri su animali e sulla vita selvaggia, il suo viaggio in Africa che le trasmise un amore “maniacale” per quella terra, l’incontro con l’affermato antropologo e infine la sua vita fra i primati antropomorfi che condividono con noi il 98% del proprio DNA.
Questo testo descrive in maniera dettagliata e chiara la vita all’interno di una comunità di scimpanzé, focalizzandosi sull’etologia della specie, quindi sui rapporti fra gli individui, il loro comportamento, la loro dieta e le attività quotidiane. Jane, con la sua scrittura scorrevole e coinvolgente, ci racconta la propria esperienza permettendoci di entrare a far parte di quel mondo lontano. Ci spiega come una madre è simile a noi nell’accudire i propri figli, come un padre è disposto a sacrificare se stesso per proteggere la sua famiglia e come tenere rinchiusi questi primati intelligenti nelle gabbie di uno zoo sia del tutto privo di qualsiasi morale.
Jane Goodall è forse la più nota primatologa al mondo ad aver dedicato la vita allo studio di una specie animale, senza dimenticare l’altra grande studiosa Dian Fossey che, a differenza di Jane, si occupò del gorilla e morì in circostanze misteriose.
Jane iniziò le sue ricerche a Gombe che non era né laureata né possedeva competenze scientifiche e fu proprio questo che convinse Leakey a “offrirle” il lavoro sul campo. Era necessaria una mente aperta e priva di formazione ed esperienze che avrebbero, in qualche modo, potuto influenzare e contrastare le osservazioni dirette. La studiosa si dimostrò a tutti gli effetti all’altezza dell’incarico assegnatole e, ad oggi, ella rappresenta un punto di riferimento per lo studio e la ricerca etologica, nonché ambientale ed ecologista a livello internazionale.