La moglie sbagliata
- Autore: Karan Mahajan
Un giovane uomo e una giovane donna, in abiti sontuosi in bianco, rosso e oro, seduti davanti a una tavola imbandita, il sorriso sulle labbra. Istantanea da un matrimonio in stile Bollywood, una copertina che promette una storia di grandi passioni e amori forzati sembra suggerire una storia in rosa, romantica e passionale, contrastata quanto basta. Alt! Siete su di una strada sbagliata, o, per meglio dire, su di una strada "secondaria" rispetto al fulcro del romanzo, che parla di passione e di amore forzato, ma anche di una carriera politica percorsa attraverso mille astuzie ma cercando di non essere più di tanto disonesto, e soprattutto del rapporto fra un padre e un figlio e della difficoltà di comunicazione che i due incontrano, aggravate da un pesante segreto che è tempo di svelare.
Ambientata nell’India dei nostri giorni, è la storia di Rakesh Ahuja, ministro per lo sviluppo urbano, e del suo progetto per rimodernare Delhi a suon di cavalcavia, progetto naturalmente osteggiato dai suoi avversari politici, contro i quali Rakesh può esibire la protezione di Rupa Bhalla, il superministro, colei che fa il bello e il cattivo tempo nelle stanze del potere. L’autore dipinge una satira della vita politica spiritosa e surreale, fatta di mezze frasi e trabocchetti, esperti girafrittata e membri del partito che si dimettono in massa, spinti dalle mogli, per protesta contro la morte del personaggio principale della telenovela più amata. Il lettore sogghigna davanti alla scatola che contiene più di sessanta lettere di dimissioni presentate dal protagonista (tutte rifiutate), ride di gusto leggendo scene assurde (imperdibile, per tutte, l’omicidio in massa di uno sciame di vespe a mezzo di una fotocopiatrice), e forse sospira di fronte a questa satira così spietata e realistica.
Il vero tormento di Rakesh, però, è il rapporto con suo figlio Arjun, il primo di un vero e proprio squadrone di figli, un ragazzo che sta attraversando la difficile fase dell’adolescenza e che non conosce la verità. Non sa, infatti, di non essere figlio di Sangita, ma di Rashmi, la prima moglie di Rakesh, da lui follemente amata e morta in un incidente negli Stati Uniti. Non conosce la storia del secondo matrimonio di Rakesh, organizzato per ribellione e finito con l’unione non con la prescelta Asha, ma con la sorella Sangita, e soprattutto non sa perché suo padre, invece di ripudiare la moglie sbagliata, si è rassegnato alla vita familiare con Sangita, e perché continui a sfornare figli con lei. Ma è il momento di squarciare il velo e di cercare un non facile dialogo da uomo a uomo...
Come la maggior parte dei romanzi, anche questo fatica a prendere l’avvio: non abbandonatelo, quindi, dopo i due primi capitoli, che costituiscono una mera "preparazione". Non si tratta di un libro imperdibile, ma neppure da gettare via: è, anzi, una lettura piacevole e arguta, in bilico fra l’umorismo e il viaggio nella psicologia dei personaggi e delle relazioni esistenti fra di loro. Il piglio è maschile, e si sente, ma certamente in modo positivo. Il punto debole del lavoro è costituito dalla trama, incentrata sulla rivelazione scioccante che il padre cerca di comunicare al figlio, ma che non arriva a una vera e propria conclusione: buona l’idea di base, ma si ha l’impressione che l’intera narrazione non costituisca altro che "una fetta" di un racconto più ampio, una fase nella vita di Rakesh e della sua famiglia, senza inizio né fine. Un finale un po’ più concreto avrebbe giovato.
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