La morte a colori di Gianluca Morozzi

Chi scrive ha trovato giovamento in un romanzo delizioso, ma che pure tocca temi fondamentali come la morte, perché Gianluca Morozzi aveva bisogno di farci leggere temi importanti in un clima di leggerezza, dove i capitoli maggiori, invece raccontano la vita di questo ragazzo di nome Felice che ha ereditato dalla madre un potere soprannaturale.
Le persone moribonde se toccate da Felice, in pochi secondi riescono a crearsi una vita “parallela”, in cui hanno successo, una donna e un uomo che li amano, dei bravi figli e una vita piena.
Questo in sintesi La morte a colori (Fernandel edizioni, 2023).
Sembra una serie TV in streaming sulla capacità di essere felici per pochi secondi, mentre chi muore vede passare il tempo come un comune mortale, sempre se non ha trovato Felice sulla propria strada. Un supernatural romance. Da molti lettori, purtroppo, questi libri non vengono presi nemmeno in considerazione; invece il romanzo si legge con grande piacere ed è questo che conta.

Al principio troviamo una persona che ha tali debiti verso lo Stato da essere giunto al pignoramento immobiliare, la casa verrà tolta all’ex proprietario e va messa all’asta giudiziaria per un valore notevolmente basso.
Siamo a Bologna e quest’uomo, di nome Miro Massari, non trova un buon motivo per continuare a vivere e dunque si butta da un ponte. Ma viene toccato da Felice, quindi il suo sogno di diventare uno scrittore famoso si avvera, in un borsone che era alla stazione trova un sacco di euro, per ripagare amici e parenti, perché - ammesso non lo sappiate già - un modo serio per perdere un’amicizia decennale, è quello di prestare una cifra importante a chi te la chiede che poi la restituisce cash metà della metà, quasi nulla. Ripaga tutti, compra un casa bellissima, e ha una famiglia amorevole.
Tutto questi anni vissuti pienamente, anche se non è arrivata ancora la Polfer, la polizia ferroviaria a prelevare il corpo. Felice regala vite a colori ai moribondi.
Poi il sogno è di chi sta per morire. Un eroinomane in overdose toccato da Felice, non ha certo la vita di Miro Massari. Anche lui paga tutti i debiti, entra in un istituto di riabilitazione, ma poi si accorge che l’eroina gli manca, ma prenderà quella sicura e non in strada, anche lui in un bel loft, ha sogni suoi e basta.

Nel frattempo però, la vita di Felice va avanti normalmente. Si è laureato al Dams di Bologna, per fare lo sceneggiatore, ma pensa di fare anche l’infermiere di pronto soccorso, per dare a più gente possibile la sua “morte a colori”.
Nel frattempo conosce Vanessa e se ne innamora. La ragazza ha una malattia invalidante; non si sa quando guarirà e quanto le resta da vivere. Dopo la felicità iniziale, Felice scopre che Vanessa è la ragazza più noiosa del mondo. Vanessa infatti ha solo un interesse: Bob Dylan.
All’inizio il nostro eroe ne è affascinato, ma poi scopre che, inserendolo anche in un piatto da mangiare o in un film da guardare, lei trova il modo per parlare sempre e solo di Bob Dylan. Lui non riesce a lasciarla per i sensi di colpa, ma come molti altri/e si rifugia in una chat, dove conosce la ragazza “perfetta” per lui, che ha una passione per la scrittura, è molto bella dalle foto di Facebook, e non è lontana dal suo indirizzo, ma nemmeno vicina.
Felice abita a Bologna, lei, che si chiama Agnese, vive a Perugia.
La classica situazione per Felice, che non saprebbe cosa dire a Vanessa, non volendo inventare proprio “troppo”, cosa mai dovrebbe fare a Perugia; mentre ad Agnese, il problema non si pone, perché non ha un fidanzato e a Bologna deve vedere ancora un sacco di cose. Chi legge potrà pensare: ma hai raccontato molta trama, in realtà ho scritto molto poco rispetto a quello che accadrà in questo libro, che è ancora tutto una sorpresa.

La morte a colori è il diciassettesimo romanzo di Morozzi per la casa editrice Fernandel.
In più l’autore è un fumettista, un musicista e un conduttore radiofonico e per i suoi romanzi ha vinto anche dei premi importanti.
Il libro, ben scritto, di grande leggibilità, ha il potere di non farti pensare per un po’ a tutto quello che succede nel mondo; e non è poco. Ci fu, c’è stata, c’è ancora, e per fortuna ci sarà, in futuro, la letteratura di evasione.