La musica segreta dei ricordi
- Autore: Alyson Richman
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2013
Avete presente gli orsi di cartone del tirassegno? Per quanto bravo uno possa essere a colpirli tirando pallettate, loro non vanno giù: traballano, vacillano, ma non vanno mai del tutto giù, un po’ come alcuni sparring partner dalla testa dura che assaggiano la polvere del ring eppure non si arrendono e alla fine dell’ultimo round te li ritrovi malmessi ma ancora in piedi, sulle loro gambe. I personaggi de “La musica segreta dei ricordi” (Alyson Richman, Piemme, dal 19 novembre in libreria), per libera associazione, mi hanno fatto pensare tanto agli orsi-bersaglio dei luna park quanto ai boxeur di cui avete appena letto. Da un lato il Caso e/o la Storia ad assestare colpi proibiti, dall’altro loro, a insistere e resistere, piegarsi ma non spezzarsi, mollare quasi mai.
Ho avuto la fortuna di leggere ancora in bozze questo possente meta-melò (nel senso della sua universalità e anche nel senso che interseca altri generi letterari) della Richman: vi garantisco che è stata tra le esperienze più significative dei miei ultimi tempi di lettore di narrativa. Se l’appellativo di demiurgo può avere ancora un senso per uno scrittore, all’americana Alyson Richman calza a pennello, artefice premurosa - e impietosa al contempo - di personaggi indimenticabili, cui viene risparmiato poco e nulla, tanto nelle luci quanto nelle ombre, in una trama circolare che si snoda per flashback tra Cile, Svezia e Finlandia, tra la seconda guerra mondiale e il golpe del generale Pinochet. Storie comuni legate al filo rosso e triplo della Grande Storia, dell’amore e della memoria (il titolo originale del romanzo suona, non caso, “The rhythm of memory” ), con tutti i fantasmi possibili - della Storia, dell’amore e della memoria - che il termine riesce a evocare:
- quelli in divisa militare della bellissima Salomè, vittima delle sevizie degli aguzzini di Augusto Pinochet;
- quelli della finlandese Kaija, “bambina di guerra” tra le tante costretta a abbandonare casa e famiglia per essere adottata da genitori svedesi;
- quelli di Samuel, psichiatra che comprende e cura i traumi dei profughi di ogni parte del mondo perché profugo a sua volta;
- quelli dell’idealista Octavio, sedotto dal fascino di Pablo Neruda e dalla politica di Allende al punto da mettere a repentaglio la sicurezza della sua famiglia, cui tiene sopra ogni cosa.
Tutti i protagonisti de “La musica segreta dei ricordi” - anche quelli, per così dire, secondari - si impongono all’attenzione del lettore come uomini e donne credibili, autentici, irrisolti, ciascuno con un vissuto (un amore, un trauma, un sogno, una ferita) con cui scendere a patti e un futuro migliore da edificare pezzo per pezzo, costruire con le unghie e coi denti. Alyson Richman li segue passo passo e da presso, misurando la loro tenuta all’impatto delle onde del destino, in un romanzo poderoso e scorrevole come una partitura sinfonica, energico come la maggior parte delle vicende che racconta, aereo nella forma e nel refolo di speranza che, tutto sommato, riesce a intravedersi, dietro ogni sconfitta apparente. Un ideale castello di destini incrociati capace di coinvolgere, commuovere, indignare, emozionare, al tempo stesso. Da non perdere.
Post scriptum: questo articolo rappresenta la quarta tappa della cordata online preparatoria all’uscita del libro "La musica segreta dei ricordi". Ulteriori punti di vista sono già apparsi su
- Critica letteraria
- Liberi di scrivere
- Sul romanzo
Altri potrete leggerli da domani su Gli amanti dei libri e Libreriamo
La musica segreta dei ricordi
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La musica segreta dei ricordi
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