La natura dell’acqua
- Autore: Nina Munteanu
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
“La natura dell’acqua” è quella di essere "un mutaforma", dice Nina Munteanu nel suo denso racconto distopico, dove disegna uno scenario cupo e, purtroppo, neanche troppo improbabile in un futuro prossimo, come la scrittrice chiarisce nel saggio La storia dell’acqua, inserito alla fine di questo interessante volumetto bilingue curato da Mincione Edizioni.
Nell’universo del racconto l’acqua è diventato un bene assai prezioso: consumi razionati, crediti (sempre di acqua) contabilizzati e debiti riscossi, se serve anche a suon di botte, e, poi, su su, fino alle multinazionali cinesi che hanno scambiato il debito pubblico di altri stati con le loro riserve d’acqua di cui, ora, dispongono così illimitatamente da poter controllare il clima, decidendo quando e dove pioverà.
Chi ha capito questo sporco gioco è stato messo a tacere, come la madre di Hilda, una limnologa, inspiegabilmente arrestata e mai più tornata, oppure latita, come la figlia di due venditori di acqua, misteriosamente scomparsi, dopo aver deciso di non piegarsi ai potentati economici, Hanna, che, ora, preferisce sicure identità virtuali ad evanescenti apparizioni reali.
Solido, liquido e gassoso; l’acqua
“Per Hanna esisteva anche in un quarto stato, sotto forma di cristallo liquido con proprietà curative magiche. Lo si trovava in posti come il collagene e le membrane cellulari in cui i segnali e le informazioni biologiche si trasferivano all’istante”
Come nel fenomeno dell’entanglement quantistico (e similmente alla teoria del caos) dove due eventi, o due corpi, riescono a intrattenere una relazione anche se molto distanti, lo stesso avviene tra Hilda e Hanna - entrambe composte per quasi due terzi di acqua - che dopo essersi conosciute dietro a uno schermo, sviluppano un’inspiegabile sintonia:
“Fin dal loro primo incontro, sette anni prima, Hilda sentì uno strano richiamo che non riusciva a spiegarsi. Un legame che la guidava quasi come un comando divino, un déjà vu, che si manifestava in un mantra (...): voi due siete nate per realizzare qualcosa di importante insieme”
Le due, come il legame covalente di una molecola complessa, sviluppano un rapporto di attrazione e repulsione che, prima le farà incontrare e poi, a poco poco, muterà in un amore tormentato ma, allo stesso, tempo, così puro da far correre a Hilda un grande rischio, una decisione estrema che permetterà ad Hanna di concretizzare la strana profezia che quella voce interna, forse la stessa coscienza dell’acqua, aveva fatto risuonare nelle due donne per tanto tempo.
Come Nina Munteanu spiega nel breve saggio che segue il racconto, l’acqua è femmina come le due protagoniste del racconto e come, d’altra parte, quella natura che secondo Bacone, andava battuta per estirparle segreti e, poi, sottomessa e sfruttata. Il programma, forse neanche troppo consapevole, del Novum Organum, era in realtà già stato smentito, prima di essere messo nero su bianco, dal caso di Angkor Wat, capitale dell’impero Khmer, collassato per un uso improprio delle risorse idriche. La scienza del Novecento ha badato poco agli insegnamenti della storia come dimostrano, tra le altre aberrazioni citabili, il Lago d’Aral e gli esperimenti sul controllo del clima che vengono portati avanti in Cina, senza alcun edulcorante narrativo.
Nina Menteanu con “La natura dell’acqua” racconta che questo elemento è anche una forma d’amore; una storia da leggere, non solo per fare i conti con il possibile ma, soprattutto, per capire che il tempo ancora a disposizione per "amare" potrebbe essere meno di quello che crediamo.
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