La notte in cui Pessoa incontrò Filippo Bentivegna
- Autore: Vincenzo Catanzaro
- Anno di pubblicazione: 2013
Due persone. Due personaggi. Due mondi così lontani eppure così vicini, così diversi e così simili. L’uno sulla costa atlantica, a Lisbona, l’altro sul Canale di Sicilia, a Sciacca. L’uno poeta e scrittore, l’altro contadino analfabeta ma filosofo e scultore del suo podere, del suo Castello Incantato, così come lo vedeva e chiamava lui, in una delle contrade di Sciacca, Sovareto.
Un accostamento che sembrerebbe una forzatura a prima vista e che invece nasce dalla genialità dello scrittore. Che cosa può accomunare questi due personaggi? Si direbbe nulla, eppure l’uno e l’altro sono legati da una vita sofferta e vissuta all’insegna della solitudine. Ambedue alla ricerca di una verità che potrebbe nascondersi dietro a qualcosa.
Fernando Pessoa si costruisce un habitat formato da un pugno di amici cui si rapporta, s’incontra in una costruzione fantastica attraverso cui si vuole eclissare da una realtà che lo imprigiona e distrugge giorno dopo giorno.
Filippo Bentivegna, dopo le vicissitudini dell’emigrazione americana, decide di ritornare in patria ed esiliarsi nel podere di Contrada Sovareto dove, solo più che mai, in compagnia dei due suoi cani e di qualche sporadica visita consentita soltanto a qualche persona di provata fiducia, inizia un lavoro di “ricerca” che gli occuperà tutta la vita, tirando fuori da ogni masso, da ogni pietra quella testa che vi si nasconde e che lui vuole che in qualche modo viva o riviva per avere la ricompensa che gli spetta.
Chissà quale fosse la sua filosofia, quale il suo fine nella ricerca continua di sempre nuove teste. Cercava quella testa che aveva smarrito?
Divenne Filippo delle teste, il signore del Castello Incantato che pretendeva essere chiamato Eccellenza.
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