La piccola biblioteca con le ali
- Autore: David Whitehouse
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2016
“La piccola biblioteca con le ali” (Sperling & Kupfer 2016, titolo originale Mobile Library, traduzione di Federica e Stefania Merani) è il romanzo dello scrittore, sceneggiatore e giornalista inglese David Whitehouse, che nel 2015 gli è valso il Jerwood Fiction Uncovered Prize, riservato alle migliori opere pubblicate in Gran Bretagna.
In Inghilterra, all’inizio dell’estate, il vulnerabile dodicenne Bobby Nusku “piccolo, mingherlino e color del latte”, viveva con il manesco padre Bruce, amante della bottiglia, e la sua compagna venticinquenne Cindy, parrucchiera. La mamma, dai lunghi capelli setosi, era andata via di casa e a Bobby le giornate sembravano più lunghe da quando Gee aveva lasciato la sua famiglia. Il padre e Cindy “lo ignoravano il più possibile” e il ragazzino in casa trascorreva il suo tempo archiviando ed enumerando qualsiasi cosa, specialmente quello che la madre non aveva portato con sé. Il suo migliore amico era Sunny, il quale aveva intuito la profonda solitudine di Bobby e cercava di fargli da guardia del corpo per difenderlo dai ragazzi più grandi, che “lo avevano inseguito nel campo di calcio gettandolo nel fango”. Un pomeriggio in un terreno incolto “erbacce e fiori si confondevano con le felci” Bobby aveva visto una ragazzina dai capelli dorati a caschetto, su un triciclo rosso costruito su misura “con il telaio appositamente saldato a ruote larghe quanto barili di birra”, che parlottava tra sé. La ragazzina si era presentata a Bobby con il nome di Rose Reed. Il dodicenne aveva capito dal suo modo di parlare che la tredicenne Rose aveva qualcosa che non andava. Rose l’aveva invitato a giocare a palla con lei.
“Ogni palleggio si disintegrava in un disarmonico botta e risposta”.
Bobby si stava divertendo e si sentiva felice. “Ecco cos’era l’amicizia”, ricevere la chiave per accedere a una parte altrimenti chiusa del proprio animo. Rose gli aveva fatto conoscere sua mamma, chiamata Val, dall’incarnato pallido e con occhi e capelli scuri. La materna Val lavorava come donna delle pulizie in un bibliobus di color verde pisello, ricavato dal rimorchio di un articolato. Quando Bobby vi era entrato, “i libri riempivano scaffali da terra al soffitto su tre lati” mai si sarebbe immaginato potessero esisterne in simile quantità. Il ragazzino aveva preso in prestito il romanzo “L’uomo di ferro” di Ted Hughes. Un mondo gli si era aperto e gli sembrava come se il proprio pensiero si fosse ampliato “come se durante il giorno sognasse a occhi aperti”. Bobby si era immerso talmente nella lettura da restare indietro con la sua mania dell’archivio. Invece Val da quando aveva incontrato Bobby era certa che il calore della sua compagnia le dava conforto e gioia. Una tenera e solidale famiglia si era appena costituita.
In un’intervista lo scrittore David Whitehouse, la cui madre come Val faceva le pulizie in un Mobile Library, ha confidato:
“Quando avevo sette anni, il furgone era il mio gigantesco baby-sitter di quaranta tonnellate con tutti i libri del mondo in esso. Sono sempre stato affascinato dall’idea del veicolo stesso. Sembrava un modo molto romantico di avere un’avventura”.
“La piccola biblioteca con le ali” rappresenta un omaggio a tutti quei libri che Whitehouse leggeva durante l’infanzia. Una narrazione magica e piena di sentimento che vuol mostrare che le storie lette possono offrire conforto e trasportarci in mondi meravigliosi.
“In ogni libro c’è un riferimento alla vita reale. È questo l’elemento comune a tutte le storie. Leggendole le rendi vive, e le cose che accadono lì dentro accadranno anche a te”.
La piccola biblioteca con le ali
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