La principessa sposa di William Goldman

Un bel racconto fantasy, che parla di principesse, garzoni, duelli, lotte, giganti e tutto quello che si possa immaginare in una fiaba. E sopra a tutto l’amore, quello unico e puro. Un libro per tutte le età che va oltre la semplice storia avventurosa.

Il mondo affascinante delle fiabe, quello che da piccoli ci prende facilmente e ci trasporta lontani con la fantasia, quel mondo fatto dell’amore unico e puro, di duelli all’ultimo sangue, di mirabolanti peripezie, di avventure estreme. Ecco quello che c’è in questo romanzo di William Goldman. Ecco quello che si trova in uno dei libri che è diventato un classico della letteratura americana.

Uno tra i più importanti sceneggiatori americani di sempre ci regala una storia appassionante, divertente e avvincente che ti tiene inchiodato nella lettura finché non si arriva alla fine. Un libro che si legge quasi tutto d’un fiato, che non annoia e non è dispersivo. Baricco dice che difficilmente un bravo sceneggiatore è anche un bravo scrittore, ma Goldman fa eccezione con questo suo lavoro. Non so quanto sia vera un’affermazione del genere in quanto non ho la competenza per farla, ma di sicuro l’autore scrive bene, ti fa appassionare e tira fuori un bellissimo racconto fantasy. Anche se non sono un appassionato del genere, devo dire che questo romanzo mi ha preso e mi ha isolato per tutto il tempo della lettura dalla realtà circostante, trasportandomi in quel mondo fantastico che da piccoli si vorrebbe vivere, quello fatto di principi, principesse, soprusi e vendette, giganti e uomini coraggiosi, veleni e morte, passione e miracoli, dove i buoni tendenzialmente vincono e i cattivi perdono. Dico “tendenzialmente” perché Goldman è proprio bravo a non farci capire come andrà a finire la storia. Vinceranno davvero i buoni alla fine? Perché se è vero che l’amore è alla base di questo racconto, una cosa che l’autore non manca di sottolineare è come la vita non sia perfetta. Anzi dice proprio che la vita è dolore.

Originale anche l’idea di base. L’autore da adulto riprende il romanzo che da piccolo il padre gli aveva letto durante un periodo di convalescenza e che lo aveva appassionato tanto da fargli amare, da quel giorno, la lettura. Si accorge però che il racconto che ricorda non ha molto a che fare con quello reale, in quanto quest’ultimo ha un taglio diverso che lo rende meno affascinante e molto più prolisso. Decide quindi di tagliare le parti meno interessanti e lasciare solo quelle avvincenti, intromettendosi di tanto in tanto per dare delle spiegazioni. Intromissioni che risultano divertenti e che rendono il romanzo ancora più godibile. Fino alla fine.

Non resta quindi che leggerlo per scoprire il finale e forse rimarrete sorpresi da quello che vi riserverà. Perché in fondo

La vita non è giusta. E’ solo più decente della morte, tutto qui.

Da questo libro è stato tratto il film La storia fantastica.