La quarta buona ragione per vivere. 101 film che fanno bene all’anima
- Autore: Walter Veltroni
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2014
“Il cinema, con i titoli dei suoi film, racconta la bellezza dell’esistenza. La racconta constatando la meraviglia del vivere o auspicando che la vita, dopo qualsiasi orrore, torni a mostrare tutte le sue immense doti. Andavo al cinema a ritmo costante, consultando febbrilmente i programmi sui cartoncini di tutte le sale d’essai i cui nomi sono per la mia memoria un luogo dolce e incantato”.
Per l’autore, già direttore dell’Unità, vicepresidente del Consiglio, ex Segretario del PD e candidato premier alle elezioni politiche del 2008, il cinema rappresenta “la quarta buona ragione per vivere”. Le altre, puntualizza l’ex Sindaco di Roma “che qui non serve dichiarare, sono state comunque certamente raccontate dai film e dalle storie meravigliose che abbiamo visto durante la nostra vita. E’ la quarta, certo, ma in fondo come la letteratura o la musica, tutte le altre avvolge e accompagna. Ognuno stili, se vuole, la sua personale classifica”.
Ora al culmine di una vita che ha avuto un percorso ben noto, Walter Veltroni è tornato al suo vecchio amore, sia con la stesura di questo volume sia con la regia del film-documentario “Quando c’era Berlinguer”, dove il regista ricostruisce la figura del segretario del PCI attraverso immagini di repertorio e interviste a chi l’ha conosciuto, ha vissuto e lavorato al suo fianco. Inoltre Veltroni ha appena ultimato le riprese di “I bambini sanno” nel quale “provo a far parlare l’Italia di oggi attraverso la percezione che hanno i bambini tra i nove e i tredici anni, ne ho intervistati quaranta in giro per l’Italia su vari temi quali la vita, la morte, l’amore e Dio”.
Il volume raccoglie alcuni degli articoli scritti da Veltroni sulla rivista “Ciak” nella rubrica “I luoghi dell’anima”, l’elenco non è né una classifica dei film più belli o importanti della storia del cinema né una graduatoria. L’obiettivo dell’autore è “di giocare fino in fondo con il più bel giocattolo del mondo”. Non è semplice su 101 splendide pellicole che hanno fatto grande la storia della settima arte, ma proviamo a sceglierne quattro.
“Una giornata particolare” di Ettore Scola (1977). Roma 1938. In un palazzo “tanto grande da sembrare un quartiere, una città, il mondo”, mentre la sfilata del Duce e di Hitler è al culmine, due esseri umani che hanno il volto di Marcello Mastroianni e Sophia Loren s’incontrano, “anime raminghe”, per una felice coincidenza. Lui è un uomo colto, lei una donna del popolo destinati a sfiorarsi in una giornata particolare, “galeotta la solitudine di un palazzo, metafora della loro malinconia e del disagio di un paese smarrito” che va diretto inconsapevole verso la II Guerra Mondiale.
“C’era una volta in America” di Sergio Leone (1984). Il più americano dei registi nella sua ultima opera, memore della “meravigliosa esperienza degli spaghetti western”, filma una storia a stelle e strisce segmentandola temporalmente in una specie di “architettura onirica” la cui colonna portante è Robert De Niro in stato di grazia.
“Nuovo cinema paradiso” di Giuseppe Tornatore (1988). Per il piccolo Totò il mondo è rappresentato dai film proiettati all’interno di quel piccolo cinema di un paesino siciliano. Nel film vincitore del Premio Oscar, Tornatore firma la sua dichiarazione d’amore per il cinema il cui simbolo è la sequenza finale dei baci tagliati. “Il passato, il presente, il sogno, l’amore, il tempo collettivo e quello personale” si mescolano nell’animo del protagonista Jacques Perrin, Totò adulto, che ricorda il mitico proiezionista suo amico Alfredo/Philippe Noiret. Complici le note di Ennio Moricone, “l’impatto emotivo” è potente. Impossibile non commuoversi.
“La grande bellezza” di Paolo Sorrentino (2013). Un film che non lascia indifferenti perché è “un’importante esperienza emotiva”. Il regista napoletano insegna allo spettatore che il cinema “è meraviglia, è un’atmosfera prima ancora che un racconto”. Come Fellini prima di lui Sorrentino racconta Roma attraverso i suoi colori e quella magia di sfumature che la segnano, la cambiano e la rendono unica. Lo sa bene il turista giapponese che all’inizio del film muore colpito da così tanta bellezza perché “Roma è un tempo, un’anima”.
Veltroni, con la sua consueta sensibilità e partecipazione, con La quarta buona ragione per vivere. 101 film che fanno bene all’anima, dedicato non solo ai cinefili, sembra voler dire che una pellicola ha come scopo far sognare e lasciare una traccia dentro ciascuno di noi. Quindi un buon film deve anche risvegliare le coscienze.
“Qualunque cosa farai amala, come amavi la cabina del Paradiso”.
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