La radunata sediziosa. Cronache di questa Italia
- Autore: Gianfranco Piazzesi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
Il libro La radunata sediziosa narra un episodio reale accaduto nella vita del giornalista Gianfranco Piazzesi. Erano gli anni Settanta, anni legati alla lotta al terrorismo, anni di piombo, nei quali il clima politico e sociale era esasperato dalle violenze di piazza e dalla lotta armata. Un giorno del giugno 1975, il nostro autore riceve una telefonata dal comando di polizia con la quale gli viene comunicato che il figlio Andrea, ventenne, era stato arrestato e condotto a Regina Coeli. L’accusa era di aver lanciato bottiglie molotov contro la polizia durante la manifestazione in corso quella mattina.
Andrea, (scrive il padre) studente universitario iscritto alla Facoltà di Arte, era un ragazzo diligente ed ordinato, a differenza di sé. Nella sua camera teneva, ben in vista, il prospetto delle lezioni settimanali all’Università e quel venerdì sarebbe stata una giornata impegnativa tra seminari di Storia di arte medioevale e Storia bizantina. Il figlio non sarebbe mai mancato a quelle lezioni, lo conosceva bene, e poi nel corso degli anni la politica non era mai stata il principale argomento di conversazione, nonostante il suo intenso lavoro di giornalista. Difatti era un suo impegno d’onore non imporre l’analisi dei suoi editoriali alle persone care.
Andrea era un libro aperto, aveva un orientamento a sinistra, sì, ma mai avrebbe fatto parte di gruppi eversivi. Gli sembrava una situazione surreale e, mantenendo calma e sangue freddo, iniziò ad affrontare la vicenda. Come comportarsi? Cosa fare? Era certo che il figlio e i suoi amici non avessero partecipato a nessuna radunata sediziosa: era stata, forse, solo la casualità a volerli in quel posto, a quella data ora, in una giornata di incidenti e di carica fra studenti e polizia? Avrebbe finito per mettersi nei guai, pensava Piazzesi, ma per trent’anni era stato giornalista e doveva onorare il suo impegno nel cercare la verità. Aveva cominciato con la cronaca, raccontando molte storie e poi come corrispondente aveva girato il mondo, ed infine era divenuto commentatore politico. Tutta una vita trascorsa a raccontare ed ora si sentiva protagonista di una vicenda non certo sconvolgente ma neppure banale. La storia andava narrata. Era un modo per onorare il suo vecchio mestiere di cronista e raccontare, come un Kafka dei poveri di spirito, la giustizia, il processo, l’errore giudiziario, il carcere e la situazione dei detenuti.
“In galera è come in guerra. Per sopravvivere vanno stabiliti legami innaturali in altri ambienti e in altre circostanze, ma che in cella sono sinceri. Va coltivato un sentimento assai più precario e meno intimo dell’amicizia, ma forse più profondo. Come in guerra, si potrebbe parlare di cameratismo. È interesse comune instaurare la migliore forma di convivenza. L’attesa della libertà, lunga o breve che sia, pesa su tutti nello stesso modo. O uno si prescrive una rassegnata pazienza o sprofonda nella disperazione. Si può passare di colpo dall’uno all’altro stato d’animo: una via di mezzo è impossibile.“
La radunata sediziosa narra la disavventura processuale vissuta in prima persona dal nostro autore. Una vicenda dai risvolti incredibili e paradossali, scritta con il suo abituale sguardo ironico sugli uomini e sulla storia. Una libertà di pensiero e una intelligente ironia caratterizzavano lo spirito di questo grande ed indimenticabile giornalista e la storia giudiziale che lo vide co-protagonista, riletta dopo i tanti decenni trascorsi, sembra appartenere alla cronaca dei nostri giorni.
Le verità nascoste della politica e della storia erano i temi che amava affrontare nel suo giornalismo d’inchiesta e l’uscita dei suoi libri, per l’impegno politico e le sue scottanti indagini, erano sempre destinatati ad originare una serie inesauribile di polemiche, come avvenne anche per questo caso.
Gianfranco Piazzesi è stato un’autorevole giornalista, di razza. Soprannominato da Montanelli il Chiorba, lavorò prima a La Nazione, La Stampa, per poi approdare al Corriere della Sera. Si occupò di cronaca politica partecipando alle grandi inchieste in Italia, come l’Affare P2. Autore del libro Berlinguer e il professore, best-seller fantapolitico pubblicato nel 1975, venne definito il romanziere del compromesso storico. Ha scritto importanti libri- inchiesta su Licio Gelli e Roberto Calvi.
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