La ragazza che amava Miyazaki
- Autore: Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2024
I sogni sono ciò che caratterizzano spesso ciascun essere umano, perché essi rispecchiano la nostra personalità e il nostro modo di essere. Per questo sarebbe sempre importante che ognuno di noi ne avesse almeno uno e cercasse di coltivarlo. I sogni sono una porta che ci conduce verso la gratificazione, la realizzazione e la serenità in questa vita e talvolta, se realizzati, ci permettono di entrare in una dimensione di infinito e quindi di eternità. Può sembrare un’affermazione esagerata, ma chiunque ha sperimentato nella propria vita l’importanza di avere anche solo dei piccoli progetti, che altro non sono che una versione minore dei sogni stessi, si sarà accorto di quando essi contribuiscano a garantirci un benessere interiore responsabile spesso della nostra felicità.
La ragazza che amava Miyazaki di Silvia Casini, Raffaella Fenoglio e Francesco Pasqua (Einaudi Ragazzi, 2024, illustrazioni di Giulia Tomai) è un bel romanzo riservato in primis ai giovani lettori che racconta proprio l’importanza dei sogni, ma anche di come sia importante riuscire a trovare un proprio posto e ruolo in questo mondo, senza farsi condizionare dal giudizio e dalle aspettative degli altri su di noi, spesso ben diverse dai nostri desideri. Una storia che unisce problemi e dinamiche sociali contemporanee a temi e valori universali, su cui sono stati incentrati anche tanti romanzi per ragazzi scritti in passato. L’originalità della storia però è ben presente, oltre al coraggio nei temi trattati e alla freschezza di un linguaggio che può essere apprezzato sia dagli adolescenti ,sia dai giovani che dagli adulti.
Il romanzo ha come protagonista la diciottenne Sofia Sanleo, figlia unica che vive con in suoi genitori a Valvento, un piccolo borgo immaginario, ma che si colloca verosimilmente, nella fantasia dei tre autori, nell’Italia centrale. La storia è ambientata ai nostri giorni, ma fin dalle prime pagine ciò che colpisce è il perfetto connubio tra passato e presente, tra antico e moderno, sia nella descrizione di Valvento, ma anche nei temi trattati e nelle atmosfere delineate con grande sapienza narrativa e che evocano immagini di autentica bellezza.
Sofia frequenta il liceo scientifico del suo paese, ama disegnare e scrivere storie e soprattutto ha una grande passione per la cultura giapponese, per i manga e i film del grande maestro del cinema Hayao Miyazaki, che ammira fin da piccola. Il suo sogno è riuscire a mettere a frutto il suo talento diventando una disegnatrice e creatrice di storie sul modello dei manga, magari trasferirsi in Giappone o comunque contribuire a fare conoscere la cultura di questa nazione in Italia attraverso i fumetti che disegna e le storie che crea. Valvento sembra davvero starle un po’ stretta e solo la presenza di Marta, la sua amica del cuore e compagna di classe, e quella del suo gatto rosso Baron, al quale parla proprio come se fosse una persona, contribuiscono ad alleviare la sua solitudine. Sofia infatti non si sente capita dai suoi genitori, in particolare da sua madre, severa professoressa di matematica, che ama le materie scientifiche e sembra non interessarsi ad altro, tanto che non riesce ad accettare la predisposizione di sua figlia per le materie umanistiche e per il disegno. Il padre della protagonista lavora invece nella locale biblioteca e sembra accettare l’inclinazione artistica di sua figlia, ma non ha un carattere che si impone, tende a lasciar prendere le decisioni in famiglia a sua moglie e in tal modo non supporta abbastanza Sofia.
La ragazzina soffre terribilmente la mancanza di suo nonno Guido, pittore di talento ma che non ha mai potuto svolgere la sua attività artistica a tempo pieno, scomparso quando Sofia era ancora una bambina. Ogni tanto ripensa a lui, immagina di averlo accanto a sé anche in veri e propri sogni ad occhi aperti, che sono una componente ben presente in questo romanzo e in particolare ricorda la frase che egli era solito rivolgerle
"Non tradire mai il tuo talento".
La storia si apre con l’inseguimento di una volante della polizia che cerca di bloccare un misterioso writer spuntato dal nulla e dall’identità segreta, reo di creare dei murales in vari angoli di Valvento senza autorizzazione come la saracinesca di un’enoteca ad esempio, come avviene nelle prime pagine del romanzo. Sofia si trova subito coinvolta nella vicenda e si accorge con sua grande meraviglia che il ragazzo, che scopre in seguito farsi chiamare in arte Pagot, è specializzato nel ritrarre con la sua bomboletta meravigliose gigantografie di scene o immagini tratte dai film del grande maestro Miyazaki. Sofia, incuriosita dal fatto insolito, dato che a Valvento è in pratica l’unica a nutrire tale passione, vede in questo fatto un possibile segno del destino che potrebbe cambiare la sua vita. In seguito grazie all’aiuto di Marta e del fidanzato di lei Alex, scopre l’identità di Pagot, anche all’anagrafe si chiama Marco Moro ed è un writer poco più grande di lei ma che vanta già una discreta fama e venuto a Valvento in occasione di un evento proprio dedicato ai fumetti giapponesi in programma a Valvento nei giorni seguenti.
Sofia e Marco si innamorano e iniziano a frequentarsi in maniera "clandestina" grazie alla complicità di Marta, dato che un ragazzo che si dedica a tale attività artistica non verrebbe ben visto dai suoi genitori, in particolare da sua madre. Tra fughe da scuola durante l’orario scolastico per partecipare alla mostra tanto attesa, uscite notturne per esplorare i luoghi scelti per i nuovi murales prima di scoprire la vera identità di Marco in compagnia dell’inseparabile e fidato amico Baron, uscite in compagnia nell’unico ristorante giapponese presente a Valvento, la prima parte del romanzo si sviluppa con un bel ritmo che emoziona e tiene incollato il lettore alle pagine della storia.
Ottima la capacità dei tre autori nel saper conferire alla storia un’identità piena di sfumature, spaziando tra i generi perché il romanzo ha elementi gialli nella parte iniziale, ma al contempo sa essere romanzo di formazione e anche un po’ un romance.
La seconda parte è più ricca di problemi, di difficoltà da affrontare e di dubbi con Sofia e Marta alle prese con un esame di maturità da sostenere che, in particolare per la protagonista, si rivela assai impegnativo date le distrazioni legate all’amore per Marco e al suo sogno di poter andare in Giappone o comunque di trovare la strada giusta per realizzare il suo sogno che comprende anche quello di conoscere il suo grande mito e maestro Miyazaki. Tutto si complica per Sofia quando Marco parte per una sorta di stage a Tokyo dove deve rimanere per parecchi mesi e da dove potrebbe non ripartire, mettendo in crisi la sua relazione con lui e anche le sue future scelte professionali. Sofia dopo tanti dubbi e la resistenza dei suoi genitori, ha l’opportunità insieme alla sua amica Marta di partire per il Giappone come vacanza premio dopo aver ottenuto la maturità. Laggiù potrà rivedere finalmente Marco con il quale per un periodo si è tenuta in contatto con messaggi e videochiamate, ma del quale in seguito non ha più avuto notizie e non sa se se sia ancora innamorato di lei o abbia trovato una nuova fidanzata giapponese. Riuscirà Sofia a realizzare i suoi sogni, sia a livello sentimentale che professionale?
Il finale pur essendo un romanzo dal carattere fortemente ottimista e destinato principalmente ai giovani lettori è tutt’altro che scontato, ma bensì aperto alla possibilità di molteplici scenari.
Questo romanzo si segnala soprattutto per il coraggio degli autori nello scrivere una storia così ricca di ottimismo nel contesto socio culturale attuale, dove anche i libri per i più giovani tendono a privilegiare la razionalità e le scelte molto concrete, rispetto ai sogni e agli ideali. La spinta propulsiva a raggiungere la propria realizzazione personale e a valorizzare la propria unicità, cercando di essere se stessi e non snaturando la propria identità è l’aspetto più significativo di questo romanzo. Merita un elogio anche la capacità degli autori di saper coniugare in modo magistrale modernità e tradizione, descrivendo benissimo situazioni e problemi della contemporaneità come il consumismo, la frenesia, l’omologazione anche tra i giovani e giovanissimi, l’uso talvolta ossessivo dei mezzi tecnologici e dei social network, ma anche la solitudine dell’essere umano. Ad essi si affiancano quasi a fare da contrasto la capacità di saper apprezzare le piccole gioie della vita, il valore dell’amicizia e dell’amore che nascono e che si sviluppano anche attraverso la condivisione e il riconoscimento della bellezza che la vita ci offre attraverso sia la natura che l’arte, tutti valori che sembrano appartenere più alla tradizione e quindi al passato, più che ai giorni nostri, dato che li stiamo un po’ perdendo e dovremmo cercare di recuperarli.
I personaggi sono ben caratterizzati e nel romanzo si ride, ci si commuove e talvolta più che di drammaticità affiorano situazioni problematiche e che invitano alla riflessione anche i lettori adulti.
Lo stile della narrazione è abbastanza vario, anche se prevale un linguaggio adatto e in uso tra gli adolescenti, senza per questo mai cadere nella banalità e nel rischio di descrivere personaggi e situazioni stereotipate che avrebbero appiattito la narrazione.Essa si mantiene invece di buonissima qualità, pur nella freschezza del linguaggio e del gergo tipico dei giovanissimi, ma con momenti anche di grande poesia come nelle splendide descrizioni di Valvento, soprattutto quelle della parte alta del borgo, quella più antica, dove vive Sofia. Bravi gli autori nell’evocare immagini di rara bellezza tanto che sembra di vedere davanti ai propri occhi il delizioso paese teatro della vicenda.
Ottima anche la scelta di creare un ideale ponte tra un piccolo, sia pur immaginario almeno nel nome, posto di provincia in Italia e Tokyo o comunque il Giappone in generale. Basta pensare ai tanti gemellaggi esistenti di questo tipo, ma anche perché la metafora del luogo piccolo e con una mentalità provinciale messo a confronto con una metropoli moderna con molte opportunità di lavoro crea una suggestione di grande efficacia per sviluppare i temi fondamentali del romanzo.
Un piccolo accenno va fatto anche al maestro del cinema Hayao Miyazaki che in un modo misterioso e affascinante (ma che non va svelato) fa la sua comparsa nella parte finale della storia. Tutto il libro è pieno di riferimenti alla sua opera cinematografica, ai suoi personaggi, al suo modo di concepire la vita e quindi anche il suo cinema proprio perché la protagonista lo ama, indirizzando gran parte delle sue scelte, anche quelle semplici e quotidiane come il soggetto di un suo disegno, un personaggio da lei creato per una sua storia e persino la scelta di un nome, come quello dato al suo gatto che prende spunto proprio da un film del grande regista giapponese. Hayao Miyazaki è considerato da moltissimi critici e appassionati uno degli ultimi maestri della settima arte ancora viventi, non solo nel settore dell’animazione, ma del cinema in generale. Senza addentrarsi in disquisizioni sulla produzione di questo grande cineasta che richiederebbero pagine intere, basta ricordare la sua scelta di creare film d’animazione basati su di modello classico di disegno classico che non si avvale della computer grafica, non per una mancanza di modernità e di apertura al progresso e alle nuove tecnologie in uso nel cinema e in particolare in quello d’animazione, ma soprattutto per una passione smisurata per il disegno artistico e per la sua autentica convinzione di poter creare storie e personaggi migliori attraverso l’uso dei tratti e dei colori solo con le proprie mani che riescono a veicolare con più efficacia il messaggio che egli intende trasmettere attraverso di essi. Famosissimo è lo studio Ghibli da lui fondato e in cui lavora da una vita al quale è stato dedicato un museo a Tokyo più volte citato in questo romanzo insieme a tanti altri aspetti del suo cinema come luoghi dove sono stati girati i suoi film, aneddoti relativi a essi e personaggi. Il libro invoglia molto sia gli appassionati del grandissimo cineasta giapponese, sia i suoi semplici estimatori, ma anche coloro che conoscono poco o per nulla il cinema di Miyazaki a guardare e a saper riconoscere il valore dei suoi film attraverso una rinnovata visione o una scoperta dei suoi capolavori. Tra i tantissimi che ha realizzato si possono ricordare "Il ragazzo e l’airone", il più recente di tutti, "La città incantata","Il castello errante di Howl","Il castello nel cielo", "Porco Rosso","Kiki consegne a domicilio", "La principessa Mononoke","Il mio vicino Totoro","Ponyo sulla scogliera", ma l’elenco sarebbe troppo lungo.
Un cenno lo merita anche il fatto che il romanzo è scritto insieme da tre diversi autori, scelta abbastanza singolare ma che ha portato buoni risultati ai tre scrittori in questione, che sono diventati da alcuni anni una sorta di valido e fortunato sodalizio visto che hanno scritto assieme diversi altri libri in particolare dedicati al cinema, all’enogastronomia o a entrambi questi ambiti.
Francesco Pasqua è nato a Siracusa nel 1973 ed è un editor e uno sceneggiatore, oltre che scrittore di narrativa.
Raffaella Fenoglio è ligure, ma con radici piemontesi; è food blogger e scrittrice e nel 2014 ha fondato "Tre civette sul Comò" il primo blog italiano dedicato esclusivamente al cibo a basso indice glicemico.
Silvia Casini è nata a Roma, è laureata in Lingue e Letterature Straniere, lavora nel cinema ed è scrittrice. Ha lavorato come Project Manager presso l’Istituto Internazionale del Cinema e dell’Audiovisivo dei Paesi Latini. Sì è occupata di relazioni internazionali e ha collaborato anche per la promozione dei film italiani all’estero.Attualmente collabora con WeShort, è Ghost writer presso l’agenzia Gomon e scrive racconti per i settimanali Love Story e Intimità. Grande appassionata di cultura giapponese, partecipa a numerosi eventi in giro per l’Italia per divulgarla ed è una grande esperta di Miyazaki e del suo cinema.
La ragazza che amava Miyazaki è vivamente consigliato a tutti, non solo agli adolescenti, ma anche agli adulti, perché capace di donare emozioni forti e autentiche, attraverso una scrittura efficace e di ottima qualità che sa coniugare le esigenze di un ampio pubblico. Ciò che più conta però di questo libro è il messaggio forte che trasmette e di cui abbiamo più che mai bisogno oggi: quello di credere nei propri sogni che ci permettono di abbracciare la dimensione di una vita autentica, dove non c’è spazio per i rimpianti, ma solo per la realizzazione di se stessi, per la serenità e la gioia di vivere.
La ragazza che amava Miyazaki
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