La ragazza che cuciva lettere d’amore
- Autore: Liz Trenow
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Tre60
- Anno di pubblicazione: 2015
“La ragazza che cuciva lettere d’amore” (Tre60, 2015, tradotto da Manuela Carozzi, titolo originale: “The forgotten seamstress”) di Liz Trenow è il primo romanzo edito in Italia dell’autrice inglese che narra un segreto celato tra i ricami di una seta preziosa.
Londra, 2010. Caroline Meadows, esile trentottenne dai capelli biondi, occhi azzurri e pelle chiara, stava attraversando un periodo difficile della sua vita: era stata licenziata dalla banca in cui lavorava, si era lasciata con il fidanzato Russell e sua madre, sofferente di demenza senile, necessitava di essere ricoverata presso una clinica. Nel North Essex, “tra due morbide colline, c’era una distesa verde” ove spuntava Rowan Cottage, la casa avita di Caroline, sovrastata da un tetto di tegole alla fiamminga con gli abbaini. Caroline era andata a trovare la madre e rovistando in soffitta in un baule aveva trovato una trapunta cucita con stoffe, filati e motivi particolari dai colori splendidi e radiosi “tessuti semplici e fantasia, rasi lucenti, velluti corposi, cotoni opachi”. In un angolo della trapunta si riusciva a distinguere una frase rivolta a una persona amata ora lontana. La coperta, i cui ricami sembravano suggerire un messaggio, era stata lasciata in eredità a Caroline dalla nonna paterna Jean “signora anziana molto energica” che aveva insegnato alla giovane a cucire e a ricamare. Incuriosita dalla coperta la giovane donna voleva risalire all’abile mano che l’aveva cucita. Una sua cara amica, dopo aver esaminato la trapunta le aveva confidato che i preziosi tessuti provenivano dalla Sartoria Reale e che la data di creazione del manufatto risaliva intorno agli anni Venti del secolo scorso. Aprile 1970. Ascoltiamo la storia della vita travagliata dell’autrice della trapunta dalla “sua voce profonda, da fumatrice, con un forte accento dell’East London” durante varie registrazioni per un progetto di ricerca relativo agli ex pazienti dell’ospedale psichiatrico Helena Hall di Eastchester.
“Mi hanno detto che vuoi conoscere la mia storia, sapere perché sono finita là dentro. Posso dirti come ci sono finita e cosa mi è successo. Il motivo resta un mistero”.
Maria, piccola di statura e dai lucenti riccioli neri, di umili origini, rimasta orfana in tenerissima età, era cresciuta in un orfanotrofio gestito dalle suore nell’East End londinese, un edificio immenso e tetro con alti cancelli di ferro. Maria, a soli dieci anni era diventata la più brava allieva nell’arte del cucito. Insieme a Nora, la sua amica più cara, Maria divideva la stessa abilità e gli stessi sogni. Nel 1910, il loro grande talento aveva condotto entrambe le ragazze presso la Sartoria Reale di Buckingham Palace. Ai piani bassi del Palazzo (“la stanza era bianca e spoglia”), le giornate scorrevano nella stanza del cucito a rammendare per la famiglia reale e per il resto dei servitori. Ma quando le provette dita di Maria erano state richieste per apporre alcune modifiche ai pantaloni del Principe di Galles, Edward, la ragazza aveva fatto il suo ingresso nei piani alti conoscendo il futuro Re dai capelli d’oro “bello come un Dio greco”. L’incontro sarebbe stato l’inizio di una relazione le cui conseguenze avrebbero stravolto per sempre l’esistenza di Maria. La scrittrice in una recente intervista ha rivelato di essere sempre stata affascinata dalle trapunte e in particolare dal modo in cui tengono nascoste le storie nei loro tessuti e disegni.
“Nell’Essex, facendo ricerche relative alla fabbrica della mia famiglia, che da oltre tre secoli lavora la seta nel Suffolk, mi sono imbattuta in broccati e sete damascate intrecciate con fili d’oro e d’argento tessute a mano da Warner and Son, per il corredo della principessa May in occasione del suo matrimonio con l’erede al trono inglese nel 1893. Le stoffe erano bellissime, ma mi intrigava la storia dietro questi tessuti”.
Liz Trenow, alternando i due piani temporali del racconto, intreccia i fili del passato e del presente cucendo una trama avvincente e commovente. Inoltre l’autrice pone l’accento sulla condizione dei pazienti negli ospedali psichiatrici tra le due guerre mondiali del XX Secolo, dove venivano internate persone cosiddette “scomode”. La figura della talentuosa Maria tocca il cuore del lettore mentre le vivide descrizioni della sua bellissima e variopinta trapunta, dove è cucita e disegnata la sua vita, fanno nascere il desiderio di ammirarla e tenerla tra le mani.
“Il pannello centrale era un nodo d’amore circondato da un pannello di esagoni allungati e da una cornice di figure applicate con tanta finezza che i punti erano praticamente invisibili”.
La ragazza che cuciva lettere d'amore
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