La rivoluzione ignota. Dentro la Corea del Nord: socialismo, progresso, modernità
- Autore: Federico Giuliani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Qual è l’idea che ci siamo fatti di Kim Jong-un? Gli occidentali, intendo. Su Wikipedia c’è scritto che trattasi di un “politico, militare e dittatore nordcoreano” e a ogni nuova sparata del suddetto - che di sparare le spara grosse, al pari del suo alter ego “democratico” Donald Trump – i media rafforzano il concetto, attraverso veline ansiogene da cui discendono aggettivi quali: rampollo viziato, guerrafondaio, sciovinista, narcisista, pazzo (nelle varianti di affamatore del suo popolo e di pazzo-criminale). E siccome non ho idea di come pensino in Norvegia e Scandinavia (per dire) sto sicuramente dimenticando qualche altro aggettivo.
Sgonfiatosi il bau-bau dell’Unione Sovietica, l’America rintraccia in Kim Jong-un il modello in scala ridotta con cui prendersela. Comunista è comunista e la storia ci insegna come ai comunisti-spine nel fianco dell’Eden americano (Fidel Castro docet) sia stato riservato identico trattamento: demonizzazione capillare a mezzo stampa per cementare il Pensiero Unico di un’opinione pubblica che ormai se le beve tutte.
Mi auguro che in molti leggano il saggio che Federico Giuliani ha inteso dedicare alla Corea del Nord, con un titolo – La rivoluzione ignota. Dentro la Corea del Nord: socialismo, progresso, modernità (La Vela, 2019) – indicativo dei focus storici e non pregiudiziali con cui si inquadra l’argomento. Quando mai, della Corea, vi hanno detto, per esempio, del Juche:
una scuola di pensiero unica nel panorama mondiale che riprende il marxismo-leninismo riadattandolo al contesto nordcoreano, le cui primordiali radici si rifanno sia al confucianesimo, sia a tradizioni locali.
E quanto sapete della (contro)storia della Corea del Nord? Della drammatica divisione dalla Corea del Sud, dei difficili rapporti col Giappone, delle continue provocazioni americane a un Paese che intende solo “essere artefice del proprio destino”? E se la sottomissione al “pazzo dittatore” di 24 milioni di abitanti, non sia invece espressione di orgoglio nazionale? Secondo Federico Giuliani
Kim Jong-un (…) sta attualmente guidando la RPDC secondo i (…) principi del Juche, non senza prestare attenzione alle recenti innovazioni tecnologiche e riformando parzialmente la legislazione economica (…) A differenza di quanto si potrebbe erroneamente pensare, la Corea del Nord non è soltanto l’ultimo stato comunista rimasto in vita sulla faccia della terra. Si può semmai descrivere tale realtà come un laboratorio dove si incontrano tra loro tendenze nazionaliste e socialiste, le antiche credenze confuciane, un apparato militare potenziato alo massimo e sprazzi di economia di mercato attentamente controllata dal governo. La RPDC è un soggetto politico orfano del suo iniziale punto di riferimento, l’Unione Sovietica, e che, nonostante la dissoluzione del proprio mentore, è riuscito a mantenersi intatto e ad evolversi senza intaccare i suoi valori fondanti. Ma soprattutto, creando un modello proprio: quello nordcoreano.
Mi viene il dubbio che non sia questo l’aspetto che più di ogni altro infastidisce della Corea del Nord, in un Sistema Globale sempre più appiattito sulle regole dettate dagli Stati Uniti. E se adesso state pensando a una congrega filo-Kim Jong-un che da Federico Giuliani abbraccia le edizioni La Vela e, perché no, anche il sottoscritto, vi lascio a riflettere sulle parole di Andrea Virgal, autore di un’acuta prefazione al volume:
L’Autore non ha affatto una formazione marxista-leninista, ma nemmeno si accontenta dei rotocalchi di Seul, e, quindi, allo studio politologico dell’argomento ha affiancato l’esperienza diretta. Questa premessa potrebbe apparire superflua, ma si tratta di un punto fondamentale (…) perché vale in senso anche più generale. Diffidate da chi ‘conosce l’Africa’ perché fa il safari in Kenya. Diffidate dal reporter che vi racconta il conflitto siriano da un albergo di Amman o Istanbul.
Aggiungo sommessamente che un approccio critico alla Storia - così come alle direttive imposte alla nostra vita – sarebbe, oggi, auspicabile, oltre che salutare. C’è sempre un’altra campana di cui tener conto, prima di sentenziare.
La rivoluzione ignota. Dentro la Corea del Nord: socialismo, progresso, modernità
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