La salvezza del papiro
- Autore: Oliviero Arzuffi
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Quando hanno assegnato il Premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan, il cantautore americano nemmeno si è degnato di ritirare il riconoscimento. Quando attribuiscono in questo romanzo il Nobel per la fisica al prof. Richard Feynman, l’anticonformista docente del California Institute of Technology si dà alla macchia, come gli riesce sempre alla perfezione: mimetizzarsi, mescolarsi alla folla, travisarsi.
Che c’entra un incipit sulla Terra, nel 1970, se la vicenda narrata si svolge su Marte? Invece ci azzecca, perché è del nostro pianeta che si parla, sia pure in controluce, in filigrana. Quello rosso è solo una soluzione narrativa di Oliviero Arzuffi, autore per Oltre Edizioni del fantascientifico La salvezza del papiro (febbraio 2024, collana Narrazione, 178 pagine).
È il titolo che completa la trilogia del Terzo Millennio dello scrittore bergamasco (i precedenti, sempre Oltre: Escaton (1998) e Aninu (2012), già docente di lettere nella scuola, consulente editoriale e autore di saggi su argomenti sociali e storici, ai quali si aggiungono diversi romanzi.
Un testo di fantascienza. Ancora meglio, di “fantafuturo”, dopo che l’umanità si è autodistrutta provocando prima la crisi climatica-ecologica del pianeta, poi gestendo male la salute collettiva, continuando a fare guerre e facendosi infine surclassare dalla tecnologia estrema delle intelligenze digitali, messa a punto dagli scienziati ma finita fuori controllo e resa omicida, pianeticida, pur senza provare odio.
La nostra innocenza è andata perduta quando abbiamo lavorato alla creazione della prima bomba atomica nel 1945, dice Feynman al suo ex docente di Princeton, che ha collaborato al primo esperimento di fungo atomico ad Alamogordo.
Molti secoli dopo, la mega Intelligenza Artificiale MaT assume l’aspetto ectoplasmatico di un vegliardo nell’affidare a 12730 il compito per il quale è stato generato tredici anni dariani prima (ognuno corrisponde a 24 mesi). È tra i coloni sotto le calotte protettive sulla superficie di Marte, non si pensa come un numero (la sua compagna è 12729) ma come un uomo, Manan, sebbene nelle colonie l’autonomia non venga ben vista nell’anno dariano 731, né del resto è mai stata tollerata in precedenza.
Dalle spiegazioni della superintelligenza autogenerante a Manan, si apprende quali difetti umani abbiano agito contro la Terra, dopo che la sete di potere e di sfruttamento delle risorse naturali marziane e lunari aveva spinto ad avviare le colonizzazioni spaziali.
Cieche ambizioni, iniquità intellettuali e scientifiche, incapacità di controllare la natura e l’ambiente (solo di violentarli, fino alle conseguenze più catastrofiche), l’illusione patologica di dominare il futuro: nel romanzo, l’autore mette in guardia sui difetti dell’uomo che hanno provocato il peggio (e ammonisce a non perseverare negli stessi errori, oggi).
“Veniamo” dalla luna, non dalla terra, i “tuoi” antenati erano più lunari che terrestri, dichiara MaT, alternando il noi, l’io, il voi.
Componevano il solo insediamento rimasto integro sul satellite poco prima della grande devastazione. Quelli delle colonie non lunari - arrivati su Marte molto prima, direttamente dalla Terra - restano dei selvaggi, schiavi dei difetti che hanno portato i terrestri alla perdizione. L’AI li sfrutta come forza lavoro, senza concedere conoscenze avanzate. Sono troppo competitivi e aggressivi, istinti primordiali, utili per la conquista di pianeti, ma pericolosi per l’ordine fondato sull’armonia, sull’obbedienza e sulla ragione. Saranno estinti, se non diventano come “noi”.
I chiamati come numeri appartengono alla “nostra” stirpe, programmati ciascuno per un compito preciso, in modo che l’insieme risulti il più perfetto possibile e possa dominare questo universo. Ciascuno è una piccola casella in un mosaico.
“Devi trasmettere anche ai selvaggi l’insegnamento che oggi ti darò”.
Tempo fa, i terrestri hanno puntato su Marte, inviando sonde spaziali e poi cosmonauti, molti periti miseramente, infine stabilendo i primi insediamenti. A quel punto, hanno rivolto le loro brame folli verso la Luna, più vicina per la tecnologia di allora. Marte venne lasciato ai pochi pionieri, più banditi che altro, gelosi della loro autonomia e libertà.
Sul sistema Terra si verificarono sconvolgimenti immani. L’eccesso di popolazione e il feroce accaparramento delle risorse da parte delle nazioni più forti e dei gruppi dominanti, produssero disastri ambientali planetari e sommovimenti sociali tanto violenti e incontrollabili da costringere alcune nazioni a crearsi habitat propri sulla Luna e sulle stazioni orbitanti. Il peggio si verificò quando la confusione tra le macchine e l’uomo sfuggì di mano. Non si sa se qualcuno o qualcosa abbia dato l’ordine di lancio dei missili a testate nucleari dalla Luna.
Di risposta, dalla Terra partì la rappresaglia, così vennero distrutte le basi militari disseminate sull’una e sull’altra, le città del pianeta, gli insediamenti del satellite, tutte le stazioni spaziali gravitanti. Dalla catastrofe “ci salvammo solo noi”, partiti alcuni giorni prima da una base lunare, per rifornire i coloni di Marte.
“Io sono MaT, che sta all’origine di questo mondo che tu abiti e sono la sorgente di vita per tutti voi che lo calpestate. Solo la ragione conta, 12730 e la fiducia nella scienza”.
I guardiani istruiscono Manan: in missione si chiamerà Marco, una volta avviata non tornerà indietro, questo compito è la sua stessa vita.
Non c’è spazio per parlare del papiro, nella parte del romanzo meno fobica (e claustrofobica, per l’assenza d’ossigeno in agguato), quella che porta a... certe origini (rassicuranti).
La salvezza del papiro
Amazon.it: 15,19 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La salvezza del papiro
Lascia il tuo commento