La scomparsa di me
- Autore: Gianluigi Ricuperati
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2017
Un libro particolare che ha diversi piani di lettura e che suscita riflessioni sin dal suo incipit di La scomparsa di me. Si racconta la storia di una persona con tre figli da mogli diverse che nel mezzo della sua esistenza, muore in un incidente di moto. Una vita complicata di una persona speciale e problematica, ma interessante. Si ascolta la voce di questa persona in una sorte di limbo post mortem in cui questi si viene a trovare e la storia del romanzo è quella di una persona che si reincarna per 365 volte.
Per un anno si ritrova infatti nella testa di tutte le persone che ha conosciuto, che ha incrociato, che ha amato nella sua vita, ivi compresi figli, ex mogli, amici e nemici.
Un’originale costruzione ed invenzione narrativa in un romanzo in cui ogni capitolo non ha un nome né un numero, ma un punto interrogativo come fosse una domanda. Per questo motivo, molte frasi vengono sovente coniugate in forma interrogativa.
Il libro inizia appunto con un interrogativo, diretto a chiedersi chi si esprime in quel minuto osservando le proprie mani. La spina dorsale del libro è la paternità in quanto chiede per primo di vedere i figli, l’affetto più caro. Il libro ha uno stile diretto, colloquiale, con una scrittura lieve ma a volte anche dura in un alternarsi continuo di registri.
Un modo di esprimersi singolare in una prova ardimentosa che l’autore supera egregiamente, entrando ogni volta il protagonista nei corpi, o meglio negli occhi , nella mente di altri individui. Un libro che sorprende positivamente e che turba interiormente come tutte le buone narrazioni che non hanno solo l’intento di arrecare consolazione.
Appare anche come un libro sulla solitudine, volendosi rappresentare cosa si prova ad essere nella mente di qualcun altro ed essere un altro. Forse reincarnazione non è il termine proprio in quanto è l’essenza spirituale o intellettuale quella che viene a trasferirsi e ricollocarsi come puro sguardo e gli occhi delle persone sono come delle finestre.
Lui vede, sente ma non può intervenire e interagire non avvertendo le sofferenze di quelli in cui è “incluso”. È come se vi fosse una sedia dietro gli occhi di ciascuno in cui rimane seduto come al cinema per 24 ore ed ogni mattina entra ed esce. Ciò non avviene con delle persone a caso in quanto tutto sembra come una specie di sogno hollywoodiano, in un contesto in cui si cerca di capire cosa si vede osservando la vita di un altro. È un meccanismo eccentrico ed una audace sfida letteraria e narrativa, raccontare come distinte linee che si intersecano. Una linea è la vita di ciascun individuo ma tutte le vite sono collegate a quella del protagonista che racconta al contempo la sua vita.
Non è un libro che tratta della morte, ma semmai della nostalgia per la vita. È costante il tema del distacco, della solitudine e del tempo che schiaccia la vita. Coincidere con se stessi sembra voler essere l’aspirazione massima di ogni individuo alla ricerca di un propria ed altrui armonia. È chiaramente presente il tema della scomparsa di cui al titolo del libro in quanto scomparire è esserci e non esserci allo stesso tempo e tutto avviene in una fluidità di genere in cui il protagonista perde una sua esatta collocazione.
Il libro contiene immagini che rimandano al testo a partire da quella di copertina, una foto emblematicamente frantumata: una serie di volti che si compenetrano l’uno con l’altro.
La scomparsa di me
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