La sposa del lago di Rita Bonfanti

Como, fine del 1800. Sullo scenario di un lago più cattivo e traditore che suggestivo e poetico, il romanzo di Rita Bonfanti La Sposa del Lago (Edizioni della Goccia, 2016) ci presenta Cecilia, un personaggio genuino che vive una storia per molti aspetti semplice e quotidiana. Nata in una famiglia cattolica non priva di aspetti problematici, sceglie di lasciarsi alle spalle la cattiveria di un avido padre insensibile e la ribellione lasciva della sorella per vivere secondo la parte migliore dei principi imparati in casa dalla madre: famiglia, lavoro, decoro e amore. Soprattutto amore. Una vita semplice, o almeno questo Cecilia cerca di costruire, disposta a questo scopo a lottare contro quel padre arrogante e violento.

Ma il destino le si accanisce contro e la porta a fare i conti con un lutto dopo l’altro. Cecilia deve per forza sopravvivere al dolore, malgrado la morte delle persone care crei in lei una voragine che nessuno e niente può colmare. Il lutto è così: inspiegabile, inaccettabile, impietoso e irreparabile. Ma anche inevitabile. Non conta il fatto che riempia di rabbia impotente e di voglia di resa l’animo di chi resta in vita, conta solo che chi sopravvive, deve vivere e andare avanti pur con il buco nel cuore.
Che senso ha una vita fatta di sacrificio e di amore frustrato da tragiche perdite? È ciò che ogni essere umano si chiede e sicuramente se lo chiede Cecilia, che più di una volta desidera di smettere di viverla. Ovviamente una madre deve tirare avanti, per cui Cecilia così fa.

Il senso di questa storia, però, non è quello di un’impotente rassegnazione. Con la sua forza Cecilia finirà infatti per dimostrare a se stessa e agli altri che il senso della vita è la vita stessa, comunque essa sia, malgrado le risposte alle nostre domande angosciose non arrivino. Saranno i posteri a trarre alcune conclusioni.
Cecilia ha avuto il merito di proporre ai suoi figli un modello di famiglia diverso da quello dei suoi genitori, cioè privo di violenza e prepotenza. La sua tenace resistenza ha permesso alle nuove generazioni di conoscere l’amore, la comprensione e la condivisione, tesori preziosi che hanno portato una piccola scrittrice valdostana, immersa in paesaggi mozzafiato, a dragare il lago di Como per ripescare il dolore di una donna forte vissuta nell’ottocento e poterle rendere omaggio.