La stagione bella
- Autore: Francesco Carofiglio
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2024
Torna Francesco Carofiglio in libreria con un libro intitolato La stagione bella, edito da Garzanti.
Un libro in cui si respira un’atmosfera di attesa, abilmente costruita dalla pena di uno scrittore che ha raccolto grande successo con libri come: L’estate del cane nero, La casa nel bosco, L’estate dell’incanto e Le nostre vite.
La stagione bella racconta la storia di Viola, che ha quarant’anni quando la madre Barbara muore per un brutto male. Lei, come anche la sua genitrice, non hanno mai conosciuto il proprio padre, e di questa assenza hanno entrambe sofferto. Viola cerca di superare un dolore che la attanaglia da sempre nuotando, ogni giorno, decine di vasche avanti e indietro, perché quando è in piscina il mondo che non la comprende, svanisce come una bolla di sapone.
Viola esercita un mestiere particolare: è olfattivista, ovvero:
Ha una bottega di fragranze a Milano, con Marcello, un naso profumiere conosciuto a Parigi. Viola fornisce nel suo laboratorio delle consulenze olfattive, prova a curare i dolori delle vite altrui attraverso l’olfatto, gli odori, la memoria dei sensi dimenticati.
Dalla sua bottega passa una umanità variegata, sempre prenda a sensazioni e dolori differenti. E Viola di che cosa è preda?
Di un dolore, che non ha fine, né principio, ereditato:
Quel grumo che ti sei portata dentro, quel dolore. E io quella forma simmetrica di sofferenza, quell’assenza mai colmata che neanche adesso riuscirò a colmare.
Fino a che Viola, un giorno, decide di mettere ordine tra le cose della madre defunta, e trova una scatola con delle lettere che risalgono al periodo parigino di sua madre, quando lei non era neppure nata:
“Tiro fuori la scatola e la porto sul tavolo. La apro. Le lettere sono piegate accuratamente, sulle buste francobolli americani, olandesi, indiani. Quasi tutte scritte in francese, le rileggo, e man mano che vado avanti c’è qualcosa che non riesco a mettere a fuoco, come uno sdoppiamento, uno sfarfallio della percezione: Barbara che scrive ad Adele, Justine, Giulia, Marianne, quella che risponde a Niraj, Georges, Diego, è una ragazza spensierata. Ecco, credo sia questo.”
Cosa stanno a significare quelle lettere? Barbara voleva, forse, che Viola le trovasse, e le leggesse? Quale sollievo ne dovrebbe derivare? Sono dei misteri materni, davanti ai quali Viola non sa resistere, e non sa comprendere.
Si palesa, così, uno svuotamento della personalità di Viola che colpisce profondamente il lettore:
“Siamo tutti alla disperata ricerca di un segnale, una traccia, qualcosa che riporti al passato, e dia un senso al presente. (…) Sono diventata abilissima a fuggire dalle situazioni, a rinunciare a tutto, questa è la verità. Come se non riuscissi più a provare un’emozione vera, non faccio più nessuno sforzo per provarle. Mi porto addosso quello stupido dolore del mondo di quando ero bambina, non sono capace di lasciarlo andare. Continuo a cercare un colpevole per questo mio non sentire, questo svuotamento dell’anima, ma non lo trovo.”
Riuscirà Viola a ritrovare un po’ di serenità, trovando il suo effettivo posto nel mondo?
Un romanzo di grande impatto emozionale. Scritto con una prosa fluida, profonda, indagatrice al profondo, che alterna periodi dialogici con altri di racconto, in un equilibrio perfetto.
La storia di una ragazza che cerca la sua personale affermazione, che cerca di superare dolori ancestrali che non le permettono di essere serena e neppure felice, ha un tono quasi magico, irreale. È uno scavo introspettivo profondo e netto, che provoca dolore derivante da un segreto che annienta nella sua estrema verità e pericolosità. Ma in fondo è anche un romanzo sul riscatto generazionale, su ciò che si può e si deve superare, con molta forza ed intensità.
Una lettura adatta a chi ama leggere le storie psicologiche ed introspettive, su chi indaga sui grandi misteri e sul sentire umano ed emozionale.
Un gran bel libro, basato sul concetto che in fondo bisogna sapersi perdonare, per poter amare di nuovo, in modo libero e assoluto.
È quindi necessario:
“Per molto tempo non sono riuscita a perdonarmi. Non avevo il coraggio di entrare nella stanza della mia infanzia. Ho lasciato che passasse l’estate. E poi l’autunno. E poi l’inverno.”
E poi finalmente il traguardo raggiunto? Chissà.
Magico, potente, struggente, ma risolutivo. Per potere, finalmente, tornare a vivere la stagione bella.
La stagione bella
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Un libro perfetto per...
Adatto a chi ama i bei romanzi e gli scavi introspettivi.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La stagione bella
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