La storia degli ebrei. L’appartenenza di Simon Schama

È l’anno della scoperta dell’America che scandisce il passaggio dalla presunta epoca buia del Medioevo per traghettare l’umanità nel Rinascimento.
Simon Schama fa iniziare suo libro La storia degli ebrei. L’appartenenza (Mondadori, 2019 traduzione di Giuliana Lupi), secondo volume dopo La storia degli ebrei. In cerca delle parole. Dalle origini al 1492, da questo anno che vide anche la diaspora degli ebrei dalla Spagna.

Il libro di Schama, monumentale per lunghezza e tematiche trattate, segue il popolo ebraico attraverso l’Europa, ma non manca di esaminare le presenze ebraiche in luoghi inaspettati come la Cina del Cinquecento, ma anche gli Stati Uniti della conquista del West.
Schama fa incrociare la storia degli ebrei con la grande storia richiamando alla memoria il periodo repubblicano inglese sotto Oliver Cromwell, le privazioni e umiliazioni subite dagli abitanti del ghetto ebraico tornano sotto la Roma papalina.
La narrazione scorrevole e precisa più che limitarsi a raccontare del popolo ebraico in realtà abbraccia tutti i popoli e tutte le nazioni in una cavalcata di eventi grandi ma anche minimali o quasi romanzati.
Il saggio non manca di esaminare le persecuzioni ad opera dei Russi (pogrom), ma anche il fenomeno antisemita francese che raggiunse il suo culmine con l’affaire Dreyfus.

La conclusione di La storia degli ebrei. L’appartenenza affronta il sogno della nuova Gerusalemme, prodromo del terzo volume.
Un testo attento, per appassionati e cultori.