La strage di Modica (29 maggio 1921). Un caso irrisolto di cento anni fa di Giovanni Criscione

La pubblicazione di La strage di Modica (29 maggio 1921). Un caso irrisolto di cento anni fa di Giovanni Criscione (Edizioni Sicilia Punto L, 2024) rivela una trama intricata di violenza politica e ingiustizia nella storia italiana del XX secolo.
L’autore riapre il dossier sull’eccidio di Passogatta, una tragica giornata che segnò il culmine della violenza fascista nella provincia di Siracusa durante il periodo tumultuoso tra il biennio rosso e quello nero.

Il testo si propone di gettare nuova luce sui misteri che circondano l’evento, esaminando le circostanze e le motivazioni dietro agli omicidi.
Criscione sfrutta inediti documenti d’archivio e fonti giudiziarie per una ricostruzione accurata del contesto storico. Attraverso una narrazione dettagliata, esplora le tensioni politiche e sociali dell’epoca, i protagonisti coinvolti, gli istanti cruciali della tragedia, i tentativi di depistaggio e la manipolazione delle indagini da parte delle autorità.

Particolarmente rilevante è l’analisi delle lacune nelle indagini ufficiali, sottolineando la complicata ricostruzione dei fatti a causa della manipolazione dei testimoni e della sparizione di documenti cruciali. Si mette in luce il coinvolgimento delle autorità di pubblica sicurezza e delle forze dell’ordine nell’eccidio, sottolineando il ruolo nel coordinare, depistare e insabbiare le indagini per garantire l’impunità ai responsabili.

Il libro non solo fornisce un contributo significativo alla comprensione di quel periodo storico, ma solleva anche importanti interrogativi sulla democrazia e sulla sua effettiva applicazione. Si evidenzia il divario tra l’apparenza di una democrazia e la sua sostanza, con riferimento alle elezioni manipolate, alla limitazione dei diritti politici, al controllo della stampa e alla dipendenza dei magistrati dalla politica.
In definitiva, La strage di Modica. Un caso irrisolto di cento anni fa non solo commemora le vittime di un evento oscuro della storia italiana, ma offre anche uno spunto di riflessione sulla fragilità della democrazia e sulla necessità di preservare la memoria storica per comprendere appieno le sfumature dei tempi passati e le lezioni che possono ancora insegnarci.