La treccia alla francese
- Autore: Anne Tyler
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2022
La treccia alla francese (Guanda 2022, titolo originale French Braid, traduzione di Elisa Banfi) è il nuovo romanzo di Anne Tyler, autrice statunitense nata nel 1941 e residente a Baltimora nel Maryland, vincitrice del Premio Pulitzer nel 1988 con Lezioni di respiro e membro dell’American Academy of Arts and Letters.
“Qual è il vero motivo per cui certe famiglie non funzionano?”
La famiglia è quel complesso di persone appartenenti a una stessa discendenza, legate dal vincolo del sangue, dalla tradizione e spesso dall’incomprensione. Se è sempre valida la regola di Lev Tolstoj, espressa nell’incipit di Anna Karenina:
“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, i componenti della famiglia Garrett di Baltimora, perfettamente descritti dallo sguardo empatico di una grande autrice come Anne Tyler, avevano subito un danno. Ciò era testimoniato dal fatto che anche nelle occasioni in cui i Garrett si trovavano tutti insieme “non scoccava la scintilla, per così dire”. Eppure all’apparenza i Garrett, papà Robin, mamma Mercy e i figli Alice, Lily e David, sembravano una famiglia normale, serena.
Forse per capire cosa avesse cambiato tutto occorreva risalire alla prima vacanza del clan, avvenuta nell’estate del 1959. In quella baita in riva al lago, mentre una ragazzina scopriva la passione e il suo fratellino si ostinava a non voler imparare a nuotare, qualcosa era accaduto. Gli anni erano passati inesorabili, i figli erano cresciuti, Alice si era sposata e aveva avuto una figlia, Lily infelicemente sposata, in attesa di un figlio da un uomo sposato, era riuscita a ricrearsi un nuovo vincolo matrimoniale. David dopo la laurea, era diventato un insegnante di inglese e di teatro in una scuola superiore appena fuori Philadelphia, per marcare una distanza tra sé e il resto dei Garrett. Con i figli cresciuti, Mercy, da sempre appassionata di pittura, aveva affittato un appartamento sopra un garage vicino casa per dipingere ma anche per svuotarsi dai pensieri. Robin, che ancora lavorava nella ferramenta un tempo proprietà del padre di Mercy, non aveva preso bene questo distacco, considerato che la moglie ormai viveva nel suo atelier. In pratica i Garrett vivevano separati.
“Certe persone vivono una vita e poi un’altra. Prima la vita famigliare e poi una vita del tutto diversa. È così che sto facendo io”.
Esistenze scomposte, intricati drammi familiari, famiglie tristi e divise, uomini e donne le cui esistenze vengono sconvolte da un evento inaspettato. È il mondo raccontato da Anne Tyler, così vero e autentico, che va dagli anni Cinquanta del XX secolo fino al 2020, l’annus horribilis della pandemia del Covid e dei lockdown, nel quale chissà quanti lettori si rispecchieranno.
In queste pagine che si leggono tutte d’un fiato, c’è un padre che ha avuto un solo amore nella sua vita, una madre casalinga che da giovane aveva fantasticato di fuggire da casa ma non l’aveva mai fatto, anzi era rimasta al suo posto come ci si aspettava da lei. Tre figli; Alice, prepotente e sicura di sé, Lily “un disastro”, e David, il più calmo dei ragazzi Garrett, che aveva cercato uno spazio lontano da Baltimora. Ma come insegna Anne Tyler, i legami familiari, per quanto lontano si cerchi di fuggire, lasciano il segno, simili a capelli intrecciati, i quali quando vengono sciolti lasciano per ore l’ondulazione della piega, e quei ghirigori non sono altro che la memoria di quella treccia alla francese. Quasi a voler dire che la nostra famiglia condiziona la nostra personalità e i nostri comportamenti.
“Anche le famiglie sono così. Pensi di essertene liberato, invece non sei mai completamente libero; le onde ti restano impresse per sempre”.
La treccia alla francese
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