La tunica e la tonaca
- Autore: Enzo Fortunato
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2020
“Due vite straordinarie, due messaggi indelebili” è il sottotitolo del volume La tunica e la tonaca (Mondadori 2020) di Padre Enzo Fortunato, frate minore conventuale di Assisi, giornalista, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e del mensile “San Francesco”. Padre Enzo ha collaborato con “L’Osservatore Romano”, scrive per “Avvenire”, “Corriere della Sera”, “Huffington Post” e “Gruppo QN”, ed è volto di Rai1 con la rubrica “Tg1 Dialogo” e voce di Rai Radio1 con “In viaggio con Francesco”.
Riparare, ricucire, riprendere la vita in mano e quindi ripartire. Quante volte in questi ultimi mesi abbiamo sentito nominare dai politici e dalla gente comune il sostantivo femminile “ripartenza”? Innumerevoli volte. Quindi riparare se stessi per accomodare gli altri, perché mai come adesso ci accorgiamo che il pianeta in cui viviamo e l’umanità sono da aggiustare e curare, proprio come un abito consumato e sdrucito.
Come la tonaca di San Francesco d’Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone (Assisi, 1181/1182 – Assisi, 3 ottobre 1226), riparata da Santa Chiara, speculare alla tunica di Cristo, quella che i soldati, dopo averlo crocifisso, si giocano ai dadi sul Golgota e di cui restano due reliquie illustri, l’una a Treviri e l’altra ad Argenteuil. Quella tunica, umiliata e offesa, è considerata un simbolo dell’unità dei cristiani.
Il volume di Padre Fortunato, edito dalla casa editrice milanese l’anno scorso, in concomitanza del 4 ottobre, giorno nel quale viene ricordato per la sua rivoluzionaria opera spirituale San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, appare quanto mai attuale, in un momento storico nel quale l’Italia si appresta a ripartire, dopo aver ricucito le proprie ferite causate da una pandemia, che purtroppo, nonostante il vaccino, ancora non è finita.
Nelle prime pagine del libro l’autore, che tiene seminari e conferenze in Italia e all’estero (citiamo anche le missioni per progetti umanitari internazionali nella ricerca della pace e del bene comune), rivela che la nascita del libro è frutto di una serie di coincidenze. Nel 2019 mentre era in corso una riunione di redazione per preparare il numero di ottobre della rivista “San Francesco Patrono d’Italia”, venne deciso che il tema dell’editoriale dovesse essere la tonaca del Poverello d’Assisi. Padre Fortunato chiese ai redattori di ripescare il vecchio numero della rivista che parlava del restauro del saio. Sfogliando quel numero e ritrovando l’articolo, l’autore si ricordò che le cuciture del saio di Francesco erano state fatte da Chiara d’Assisi e alcune toppe provenivano proprio dal mantello della Santa. Un’immagine potente, che parla dell’unione tra fede e spirito. Ecco perché Padre Fortunato nel pensare a Chiara che rattoppa la veste di Francesco pensò al Vangelo di Giovanni, il passaggio in cui viene menzionata la tunica di Gesù, tirata a sorte dai soldati sotto la croce. Così è sorto quasi spontaneo l’accostamento tra i due indumenti: la tunica e la tonaca, pezzo finale della vita del Poverello d’Assisi.
Francesco con questo abito ci dice quanto sia necessario riparare, questa tonaca, che al tempo del Santo era la veste da lavoro usata dai contadini, ha in sé il concetto del riuso, concetto non preso in esame in una società sprecona e usa e getta come la nostra. Ed è straordinario come San Francesco, mediante il suo abbigliamento, indicasse già nel 1200 quanto è necessario percorrere la strada di uno sviluppo sostenibile. Da qui l’importanza del riparare, “riportare la bellezza, la dignità e l’integrità dell’uomo al centro del nostro agire e del nostro essere”.
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