La veglia
- Autore: Anne Enright
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2008
La famiglia, custode di amori e inconfessabili segreti, è la vera protagonista del libro La veglia della scrittrice e regista televisiva dublinese Anne Enright, romanzo che ha vinto nel 2007 il prestigioso premio Man Booker Prize. L’autore Colm Toíbín lo ha definito un romanzo che ha in sé le migliori qualità letterarie di Alice Munro nel descrivere i personaggi e la rappresentazione dell’Irlanda coraggiosa e originale di Edna O’ Brien.
La veglia narra una storia drammatica, cupa, amara, sui legami familiari importanti e a volte dolorosi. Scopro che far parte di una famiglia è il modo più straziante possibile di essere vivi, è la frase che Veronica, l’io narrante e la protagonista del romanzo, ripete e sottolinea a se stessa. La famiglia non la si sceglie e non si può fuggire da essa. La si ama come si ama qualcuno, a volte con gioia, a volte con dolore e sofferenza. Veronica Hegarty, la brava figlia, sposata con Tom e madre di due bellissime bambine, apprende la notizia del suicidio dell’amato e giovane fratello Liam. Si è imbottito le tasche dei pantaloni e della giacca di sassi e si è lasciato andare nel mare di Brighton, di fronte a tranquille persone che passeggiavano sul lungomare. Cosa lo ha spinto a compiere un gesto così estremo? A Veronica, straziata dal dolore, toccherà anche il compito di dirlo alla madre, e nel parlarle inizierà a ricordare la storia della sua famiglia. Dalla nonna Ada, con i suoi modi da gran signora, che amava un uomo e ne sposò un altro; al padre insegnante, con il vizio dell’alcool, che la sera diventava aggressivo ma che non era il peggiore dei padri; e la mammina che per le tante e continue gravidanze, dodici figli e sette aborti, era una donna ormai assente, che preferiva rifugiarsi in un mondo tutto suo.
“I figli di famiglie numerose sono tutti uguali Ce n’è sempre uno alcolizzato. Ce n’è sempre uno che da piccolo è stato molestato. Ce n’è sempre uno che ha avuto un successo incredibile. C’è sempre una sorella misteriosa. Perché le nostre famiglie contengono tutto …”
Liam era il fratello più caro con il quale Veronica aveva condiviso l’infanzia: le estati trascorse a casa della nonna, gli studi al Collage e il lavoro estivo a Londra.
“Tra me e Liam c’erano undici mesi. Siamo usciti a ruota, uno dopo l’altro: veloci come un’ammucchiata, veloci come un tradimento. Certe volte penso che lì dentro dobbiamo esserci accavallati, e che lui sia uscito prima solo per aspettarmi fuori.“
Alcuni ricordi di Veronica appaiono chiari, nitidi, altri sono confusi, sembrano proiettare delle ombre, dei fantasmi, gli stessi fantasmi che nei suoi pensieri di bambina erano appostati fuori dalla stanza, dietro la porta. Da quando il fratello si è suicidato rimane sveglia tutta la notte, vaga per casa in cerca di una pace che non trova, si pone domande sulla sua vita e sul suo matrimonio in crisi, salvato dalla presenza delle sue bambine.
Immagina i pensieri che hanno tormentato Liam, la sua giovinezza, la sua dipendenza dall’alcool e sembra che l’intera vicenda appartenga alle storie che rimbalzano dalle pareti. Frammenti di vita che trasudano e sussurri sprigionati da una maniglia di porta. È forse dietro quella porta che Veronica dovrà giungere con i suoi ricordi frammentati, nella ricerca di una verità, non consolatrice, che possa dar pace a sé e a Liam.
Con una scrittura che ricorda il flusso di coscienza, che sa unire immaginazione e realismo, La veglia è un romanzo pieno di forti emozioni. Una trama potente, toccante, apparentemente ardua e faticosa che invece sa coinvolgere in una lettura ininterrotta.
Un romanzo considerato uno dei libri più importanti della nuova narrativa inglese, che descrive un viaggio nella memoria di una famiglia, con riflessioni amare e ironiche sulle passioni e sui sentimenti familiari.
La veglia
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