La vera vita di Sebastian Knight di Vladimir Nabokov

“La vera vita di Sebastian Knight” (“The real life of Sebastian Knight” in originale) è il primo romanzo scritto direttamente in lingua inglese, a Parigi tra il 1938 e il 1939, da Vladimir Nabokov.

La storia narra interamente della ricerca disperata e ossessiva organizzata da V. (uno dei tanti indizi autobiografici dell’autore), fratellastro di Sebastian, che a distanza di poco più che due mesi dalla sua morte, decide di ricostruire quella che crede essere stata, appunto, la vera vita di Sebastian Knight, famoso al mondo come scrittore.
Così, seguendo indizi quali i libri di Sebastian stesso (talvolta citati direttamente e parte integrante nella costruzione della trama) e coloro che gli sono stati vicino negli anni passati, V. dà luogo ad una vera e propria investigazione totale, che parte dall’infanzia comune vissuta a San Pietroburgo, passa per l’Inghilterra, Cambridge, luogo di studi, trastulli e delle prime sperimentazioni poetiche di Sebastian e giunge sino a Parigi, Berlino e tutte le mete mature della sua consacrazione.

Una ricerca costellata di conflitti e ambiguità, che intende obbedire ad un solo principio: la verità, che non è solo la guida di questa difficile missione, quanto la meta stessa e ultima a cui tende tutto il lavoro.
Il custode di questa verità, neanche a dirlo, si presuppone sia proprio Sebastian, il quale infine si rivela incapace di comunicarla.

Il protagonista del libro rimarrà dal principio alla fine un mero fantasma, in una lunga partita a scacchi dove l’anarchica pedina (Knight infatti è una chiara allusione al cavallo degli scacchi, gioco che Nabokov amava molto e su cui amava ragionare per modellare i propri romanzi, come fossero partite o enigmi), con mosse imprevedibili e sfuggenti, giunge sino a scomparire eternamente nell’unica grande verità afferrabile secondo Nabokov: la profonda inconoscibilità dell’animo umano.