La verità del tango di Maria Grazia Adamo

Ne “La verità del tango” (Il seme bianco, 2018), Maria Grazia Adamo ci fa conoscere Lola Fabri, una delle nonne "De Plaza de Majo", che dal lontano 1980 cerca sua nipote, da quando ha saputo che la giovane figlia Inès, desaparecida, al momento dell’arresto aspettava un figlio. Il corpo di Inès viene trovato molto tempo dopo la sua scomparsa, in una fossa comune e dagli esami autoptici di quel che resta del cadavere, insieme ai racconti di chi è scampato miracolosamente a quell’inferno, viene confermato che la donna prima di morire ha dato alla luce una creatura. Questa è una pratica comune negli anni della dittatura dei militari in Argentina, dove le donne definite sovversive, in stato interessante al momento dell’arresto, vengono eliminate non appena partorito e i figli, dopo la loro morte, vengono dati in adozioni a coppie facoltose, a generali, a colonnelli, insomma, a tutta quella parte della società complice del regime. In questo modo le detenute vengono private non solo della vita, ma anche della memoria, perché non esiste morte definitiva finché sopravvive il ricordo.
È così che nell’intento dei generali autori delle persecuzioni si uccide la possibilità di un’eversione futura.

È passato molto tempo e Lola è non gode di ottima salute, così decide di affidare la sua verità a un diario. Ciò che vuole Lola è restituire alla nipote la storia della sua famiglia e lo fa parlandole del suo bisnonno, un italiano anarchico fuggito negli anni ’30 in Argentina e dell’amore di lei per un ballerino di tango dal quale nacque Inès, sua madre. Lola è una giovane tanghera e conosce Joaquin in una confiteria quando questo ballo, inizialmente considerato dalla morale cattolica e dall’Argentina “bene” una danza indecente, si è ormai affermato come una danza del popolo.
In quei locali di Buenos Aires dove le pietre grigie e fangose echeggiano la tristezza dei primi guapos e gauchos, di operai e giocatori d’azzardo, prostitute, fuorilegge e tutta la varia umanità approdata in quella babele di etnie che è l’Argentina. Un’umanità, fervida e dolente, triste e allegra che nelle sale dei caffè crea una nuova danza dal nome ammaliante, ricca di vibranti emozioni; una danza capace di forgiare un’etnicità simbolica per chi emigrando ha perduto quella d’origine.

Il tango è una passione che inebria anche Isabella, una ragazza di trentasette anni che vive in Italia. L’esistenza di questa donna è condizionata dai fantasmi di un passato che lei non riconosce come proprio. C’è un’altra io che convive in lei e che spesso emerge nutrendosi delle sue certezze e minando la sua stabilità. Il destino, i cui disegni sono spesso imprevedibili, metterà le due donne sulla stessa strada.
Amore, passione, seduzione, ma anche solidarietà sono i temi di "La verità del tango". Una scrittura scorrevole, accattivante che, seppure nella sua semplicità, sa suscitare forti emozioni ed arrivare al cuore di tutti, giovani o meno giovani. Una scrittura che riflette l’attitudine della scrittrice, che è una sociologa, ad osservare la società, i suoi attori, le loro dinamiche, per coglierne i significati più profondi e metterne a nudo le contraddizioni.