La vita dispari
- Autore: Paolo Colagrande
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2019
In un “Novecento maturo“ hanno luogo le vicende esistenziali di Buttarelli di cui racconta Paolo Colagrande ne “La vita dispari” (Einaudi, 2019), candidato al Premio Campiello di quest’anno.
Romanzo lontano e assai diverso dai temi sentimentali o mozzafiato che generalmente dominano le vendite in libreria, “La vita dispari” è la storia di un uomo come tanti di cui si conoscono il cognome, Buttarelli e il soprannome Buz, ma di cui non si legge il nome. In questo limbo d’anonimato ha luogo l’intero romanzo, una serie di vicende a volte tragiche a volte comiche, di certo, per le incertezze quotidiane, riconducibile a quelle di altre persone dalla vita propriamente non straordinaria.
La vicenda ha inizio in un imprecisato “angolo di sobborgo mediopolitano” in cui i fratelli Landemberg gestiscono una privativa di tabacchi poco distante dall’Enterprise dove il loro zio Vilmer Gualtieri passava le giornate a fumare sigarette Regal Macedonian. Prima di passare a miglior vita, Gualtieri fa in tempo a raccontare al nipote la vita dell’amico Buttarelli, il protagonista del romanzo.
Ecco quindi il personaggio principale ancor bambino, figlio unico di madre vedova, con un’esistenza quasi a metà, proprio come le pagine dei libri che riesce a leggere.
Il problema principale di Buttarelli era attinente alle cosiddette competenze di apprendimento. Bisogna premettere che il problema non c’entrava con l’intelligenza o la volontà e neanche con la memoria o l’intuizione… Si può dire che Buttarelli provasse un senso di sofferenza, ma più che altro di insofferenza, per la pagina pari intesa come facciata di sinistra di un libro aperto ma anche come area sinistra di un elenco a due colonne.
Al dilemma, così come alla sua ciclica inappetenza, s’erano interessati un po’ tutti, in primis Maribèl, la direttrice stessa che lo sottoponeva a prove di lettura simili a veri e propri esperimenti che, con il passar del tempo, si rivelano essere solo dei banali tentativi così come i pasti obbligati e intollerabili cui il ragazzo viene obbligato. Ruotano attorno al protagonista figure maschili e femminili: dai compagni di classe Biacca, Biolcati, Bioli alle compagne che per lui, figura di poco conto, nutrono semplicemente e soltanto un senso d’amicizia, all’Eustrella che invece gli fa battere il cuore. La vita del protagonista procede comunque un po’ sottotono fino a che Buz mostra quasi un lampo di genio nella statistica, perché capace di progettare un sistema per contattare le compagne di scuola, chieder loro di fidanzarsi con lui non una per volta bensì in contemporanea a otto fra loro. La vita di Buz appare davvero dispari: da un lato ci sono più insuccessi, dall’altro esagerazioni in positivo. La narrazione surreale prosegue con il racconto di un’esistenza prima consueta, poi insolita: Buttarelli cresce, termina gli studi, trova lavoro, convola a giuste nozze, diventa padre e, poi, quando meno è prevedibile, tutto cambia. Basta una vacanza lontano da casa, il primo viaggio per lui così parsimonioso, a cambiargli la vita. Quel che Buttarelli non aveva fatto prima ha luogo ora, nel giro di un tempo assai breve. Come modificare il destino e finalmente dare spazio ai desideri?
Il romanzo è surreale e ricco d’ironia: è una storia banale e complicata allo stesso tempo, in cui s’alternano quotidianità, colpi di scena ed imprevisti… perché così succede, così è la vita.
Paolo Colagrande, già vincitore nel 2007 del premio Campiello Opera Prima con “Fídeg” (Alet edizioni) e nel 2015 il premio Campiello Selezione Giuria dei Letterati con “Senti le rane” (Nottetempo), si ripresenta ai lettori con una storia particolare, decisamente ben scritta e mai banale. L’autore s’inerpica in vicissitudini che appaiono quasi mirabolanti. In questo sta la sua abilità: nel rendere fuori dal comune ciò che ordinario o almeno possibile è.
“La vita dispari” è un po’ quella di ognuno di noi che non siamo pari, semplicemente perché diversi gli uni dagli altri, così come Buttarelli lo è.
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