La vita dopo Auschwitz
- Autore: Boris Cyrulnik
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
“Sono nato due volte. Alla mia prima nascita non c’ero. Il mio corpo è venuto al mondo il 26 luglio 1937 a Bordeaux. Me l’hanno detto. E devo crederlo poiché non ne ho alcun ricordo. La mia seconda nascita, invece, è fissa nella mia memoria. Una notte, sono stato arrestato da alcuni uomini armati che circondavano il mio letto. Mi stavano cercando per uccidermi. La mia storia è nata quella notte”.
Boris Cyrulnik, neurologo, etologo, psicoanalista (noto per aver introdotto in psicologia il termine “resilienza”) e neuropsichiatra, in questo saggio/memoir rievoca “come sono sopravvissuto alla scomparsa dei miei genitori durante la Shoah”, come recita il sottotitolo del volume, raccontando la storia di un bambino condannato a morte a sei anni “per un crimine che avrei commesso in futuro” giacché
“bisogna far sparire questi bambini, altrimenti diventeranno nemici di Hitler”.
Il 10 gennaio 1944, data della retata degli ebrei di Bordeaux, il piccolo Boris di soli sei anni e mezzo era riuscito a salvarsi perché si era nascosto nel bagno della sinagoga della città francese:
“dietro la porta di un gabinetto alcune assi inchiodate disegnavano una zeta. Sono riuscito ad arrampicarmi senza troppa difficoltà. Credo di aver appoggiato le gambe su una parete e la schiena sull’altra. Mi sono sorpreso nel constatare che potevo resistere senza sforzo”.
Diversa sorte invece era toccata ai suoi genitori rinchiusi e condotti alla morte nel campo di sterminio di Auschwitz.
“Il decesso dei miei genitori non è stato un evento per me. C’erano, e poi non c’erano più. Non ho tracce della loro morte, ma ho ricevuto l’impronta della loro scomparsa. Come vivere con loro e poi, improvvisamente, senza di loro? Non si tratta di una sofferenza; non si soffre nel deserto, si muore, e basta”.
L’infanzia di Boris non era stata una vera infanzia, costretto a peregrinare da una famiglia all’altra fino all’orfanotrofio, orfano ma senza un certificato che attestasse il suo stato, quindi costretto a pagarsi gli studi universitari in medicina da solo. Era stato allora che Boris aveva fatto suo il concetto di resilienza, cioè la capacità dell’essere umano di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne non solo rafforzato ma addirittura trasformato positivamente. Accade agli animali, può accadere anche agli uomini, occorre sapersi adattare, superando le avversità rifiutando a priori lo stato di vittima, proprio come ha fatto l’autore ora responsabile di un gruppo di ricerca in etologia clinica all’ospedale di Tolone e docente di Etologia Umana all’Université du Sud-Toulon-Var.
“Nulla si cancella, semplicemente crediamo di aver dimenticato”.
La vita dopo Auschwitz (titolo originale del volume: Sauve-toi, la vie t’appelle, Mondadori, 2014, traduzione di Francesca Mazzurana) è composto da una serie di ricordi dolorosi che testimoniano ciò che gli occhi di un bambino hanno dovuto vedere e come le conseguenze di quell’infamia subita abbiano condizionato la crescita e la maturazione del protagonista.
“A sei anni la parola “morte” non è ancora adulta. Ci vogliono uno o due anni affinché la rappresentazione del tempo dia accesso all’idea di un’interruzione definitiva, irreversibile”.
L’uomo che è nato nell’anima di Cyrulnik si era manifestato quella notte del ’44 a Bordeaux quando a casa di Margot Farges, (maestra della scuola materna di rue Pas-Saint-Georges, dove il bambino aveva trovato temporaneo rifugio), avevano fatto irruzione alcuni soldati tedeschi, fucili in spalla.
“Se lo lasciate vivere, non gli diremo che è ebreo”.
Grazie a questo volume nel quale non può non albergare la speranza, l’autore ci fa comprendere che ciascuno di noi può superare qualsiasi trauma, perché il desiderio di vivere è superiore a qualsiasi abominio.
“È stato nel centro di un paese che ho visto per la prima volta dei prigionieri tedeschi. Seduti, avviliti, laceri, immobili, guardavano a terra, non una parola. Questi soldati che ci avevano sconfitti, schiacciati, dominati nella vita quotidiana, sembravano a loro volta inebetiti dalla sconfitta. Non ho provato gioia dalla loro disfatta”.
La vita dopo Auschwitz. Come sono sopravvissuto alla scomparsa dei miei genitori dopo la Shoah
Amazon.it: 15,30 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La vita dopo Auschwitz
Lascia il tuo commento