La vita trema di Daniela Piretti

Tutto inizia all’età di 14 anni: una marcia della pace da Milano a Vicenza, organizzata dal Partito Radicale, contro tutti gli eserciti. E contro i genitori, che non approvano. È il 1968 e non può essere un caso. Ma Daniela Piretti comincia a ballare, a ballare sul serio, negli anni ’70, quando la politica le entra nelle vene. Per non uscirne più. Un decennio vissuto pericolosamente, tra conflitti, illusioni e speranze, all’interno di uno schieramento ben definito, che oggi, sin troppo frettolosamente, definiremmo “sinistra radicale”.
La militanza in Lotta Continua a cadenzare giornate di protesta e mobilitazione, sempre (e in modo concreto) dalla parte degli ultimi, dei cosiddetti “non garantiti”. Poi il femminismo, le comuni, le manifestazioni. Sullo sfondo di un’Italia sferzata dal terrorismo, dalla violenza di piazza, ma anche da generosi slanci di solidarietà, di gioiosa follia.

Piretti – puntino luminoso di quell’arcipelago rosso, allora come oggi frastagliato e disarticolato – si racconta tra le pagine di “La vita trema”. Un’autobiografia che parte dagli anni dell’infanzia, vissuta in una Roma ormai pronta a svegliarsi dalle ferite della guerra e da un’adolescenza inquieta. Che la porterà a ribellarsi ai propri genitori, ad andarsene di casa e a buttarsi tra le braccia della sinistra extraparlamentare. Presto arriveranno la scoperta del femminismo, le case da occupare, il sogno romantico della rivoluzione. Una narrazione che confonde privato e politico, che passa in rassegna gli amori e le amicizie della protagonista quanto l’impegno profuso nelle tante lotte sociali intraprese in quegli anni.
Un libro che si lascia leggere con scorrevolezza, la scrittura è limpida e Daniela Piretti non si nasconde mai, nemmeno quando scava tra gli episodi più intimi della propria giovinezza, Non c’è un filo di nostalgia in “La vita trema”, c’è solo e non è poco, la consapevolezza di aver fatto parte di una fase storica alquanto complessa e al tempo stesso dispensatrice di innegabile vitalità. Daniela Piretti ne è una testimone diretta, orgogliosa e felice di averla attraversata in punta di piedi, senza rinnegare nulla.