La zingara di Metz di Domenico Rosaci

Per chi ami il thriller con connessioni alla storia e allo studio delle religioni, il libro di Domenico Rosaci, La zingara di Metz (Falzea, 2013), può essere sicuramente ghiotto.

Ingegnere elettronico con la passione per la storia delle religioni, Domenico Rosaci imbastisce una trama sicuramente affascinante e intrigante piena di colpi di scena fino all’inaspettato e sconvolgente finale.
Il libro si inserisce nel ciclo salito in auge con il professore americano Dan Brown grazie all’intreccio tra vena gialla, storia e religioni con un pizzico di sensualità. Un cocktail di chiara presa per lettori di varie età, ma anche di interessi tra i più disparati. Buoni dialoghi e un valido impianto narrativo con un prestito agli autori del passato contribuiscono a dare qualità al libro. Così come fece Defoe per il suo Robinson Crusoe o Manzoni ne I promessi sposi, anche Rosaci introduce il romanzo parlando di un manoscritto antico che anticipa gli eventi da lui narrati.
Lo straordinario intrigo imbastito da Rosaci stupisce e rapisce al tempo stesso per la sua verosimiglianza. Da bravo autore di thriller story nulla è lasciato al caso, ma al tempo stesso i colpi di scena sono sapientemente dosati, così il lettore malgrado un’attenta partecipazione non riesce a comprendere fino all’ultimo colpo di scena chi sia il "cattivo" o il "buono" della storia e anche a conclusione degli eventi rimane in dubbio.

Un libro sicuramente consigliato per un lettore dai quattordici anni in su, bella idea regalo per le feste di fine e inizio anno.