Ladri di canzoni
- Autore: Michele Bovi
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Hoepli Editore
- Anno di pubblicazione: 2019
Plagi, furti, maneggi, saccheggi. Un Far West rissoso, frequentato da furbetti e approfittatori di ogni ordine e grado. E stiamo solo parlando di canzoni. Di quelle canzoni copiate, messe in commercio da discografici senza vergogna, il cui unico scopo della vita è stato quello di fare soldi il più in fretta possibile, lasciando da parte gli scrupoli e una buona parte di coscienza.
Ladri di canzoni (Hoepli, 2019) è una sorta di dizionario del plagio, dalla A alla Z, messo insieme da un giornalista che sull’argomento la sa lunga: Michele Bovi. Due secoli di controversie che spesso e volentieri hanno riempito le aule dei tribunali: denunce, perizie, accordi sottobanco per evitare scandali, depositi SIAE truffaldini (si è perso il conto di quanti si sono auto attribuiti i diritti di O’ sole mio, un classico della canzone napoletana conosciuto in ogni angolo del pianeta, con buona pace dei suoi veri autori).
Bovi dipinge con leggerezza una carrellata veloce ed esaustiva di tutti quei litigi che hanno vivacizzato il microcosmo della musica leggera e non solo: con i plagi hanno avuto a che fare anche Gaetano Donizetti e Giacomo Puccini, per dire. Le vicende prese in esame sono numerose e alcune non sono ancora giunte a una soluzione condivisa: Stairway to Heaven, per esempio, hit dei Led Zeppelin il cui intro sarebbe stato depredato da Taurus, un pezzo degli Spirit, gruppo con il quale la band di Jimmy Page intraprese un tour in comune sul finire degli anni ’60 dello scorso secolo. Ebbene, dopo tanti anni, i tribunali statunitensi non hanno ancora fornito una risposta definitiva sulla ultradecennale diatriba. Poi c’è il caso da manuale della battaglia legale intrapresa dagli avvocati di Al Bano Carrisi contro la superstar Michael Jackson, accusato di aver copiato I cigni di Balaka per poi trasformarla in Will You Be There. La sentenza definitiva diede torto a entrambi, segnalando come le due canzoni si fossero pesantemente ispirate a un successo del 1939, Bless You (for Being an Angel) degli Ink Spots.
L’elenco dei plagiati e dei plagiari è davvero lungo: da Totò a Lucio Dalla, da Nilla Pizzi a Tiziano Ferro, passando per Luciano Pavarotti a George Harrison. Alcuni di loro sono passati indenni da accuse e procedimenti giudiziari, altri hanno dovuto soccombere. Sorprendentemente, Gigi D’Alessio e Zucchero Fornaciari, che l’immaginario collettivo del nostro Paese ha inserito da tempo nel club degli scopiazzatori, sono sempre usciti a testa alta da ogni accusa. Il primo, addirittura, non ha mai avuto a che fare nemmeno con l’ombra di una denuncia, il secondo è stato prosciolto da un paio di processi che lo hanno coinvolto in passato. Come a dire: copioni di fama, ma non di fatto.
Ladri di canzoni. 200 anni di liti musical-giudiziarie dalla A alla Z
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