Le armi che hanno cambiato la seconda guerra mondiale
- Autore: Marco Lucchetti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
Mondiale, globale, totale: la seconda e ancora più distruttiva grande guerra del Novecento ha infuriato in tutto il pianeta. Estremamente costosa in termini di vite umane, finì per sterminare più di 50 milioni di vittime, dal settembre 1939 all’agosto 1945, per lo più civili questa volta. E ancora di più i rimasero feriti, mutilato, invalidi. La storia dell’umanità prese una direzione diversa ed anche la scienza e la tecnologia vennero profondamente modificate, per lo sviluppo rapido e impensabile impresso dalle esigenze belliche. Si pensi che se nell’autunno 1939 i polacchi avevano impegnato ancora la cavalleria contro i carri armati tedeschi, sei anni più tardi due sole bombe, le atomiche sganciate dai B29 USA su Hiroshima e Nagasaki il 6 e l’8 agosto, decretarono la fine delle ostilità, per la pura capacità distruttiva, senza possibilità di difesa.
Il volume di Marco Lucchetti, Le armi che hanno cambiato la seconda guerra mondiale (Newton Compton, settembre 2019), è illustrato. Numerose le foto in bianconero. tavole all’interno del testo di Tiziana Corti e Luigi Fiore. Sono di Giorgio Albertini le trentadue a colori fuori testo, al centro, che riproducono soldati di vari eserciti e specialità.
Appassionato di storia militare e uniformologia, già consulente di numerosi scrittori, Lucchetti è uno specialista, collabora con importanti riviste e ha firmato un gran numero di testi di divulgazione tecnica, molti per la casa editrice romana, ad esempio Le armi che hanno cambiato la storia di Roma antica (Newton Compton, 2018).
In questo, sviluppa la storia di molte invenzioni, risorse e allestimenti bellici che hanno cambiato la storia militare del secondo conflitto mondiale e che in alcuni casi hanno influenzato la vita comune, estendendosi successivamente all’ambito civile. Un po’ quello ch’è successo per la tecnologia spaziale: i cibi liofilizzati, il velcro al posto di bottoni e chiusure lampo, il goretex passato dalle tute alle giacche a vento comuni, il teflon antiaderente che ha rivestito le pentole di casa.
Nel caso della guerra 1939-45 gli esempi sarebbero tanti da riempire un’enciclopedia, sostiene l’autore, che si sofferma sulle armi più presenti nell’immaginario collettivo e che hanno avuto un impatto determinante sugli avvenimenti storici, decidendo battaglie, guerre e rivoluzionando lo sviluppo successivo: treni, navi, aerei, automezzi, telefoni, radio e i primi rudimentali computer. Per scelta, li ha suddivisi in funzione della tipologia, inserendoli in categorie classiche come le armi di terra, di cielo e di mare, distinte ulteriormente a loro volta in mezzi corazzati, armi individuali, caccia, sottomarini e così via.
La prima guerra mondiale era già stata il banco di prova per nuovi armamenti sui campi di battaglia classici. A quelli terrestre e marittimo si erano aggiunti i cieli le profondità degli oceani, coi velivoli ad ala e i sottomarini. Dopo il battesimo di guerra nel 1914, l’aviazione assunse rilievo, prima timidamente poi con sempre maggiore incidenza, fino a diventare arma “totale” e “strategica” nel secondo conflitto. Si pensi che le forze aeree costituirono uno dei principali strumenti offensivi e difensivi, raggiungendo distanze impensabili e coinvolgendo popolazioni lontane dal fronte. L’impiego di aerei rivoluzionò anche la guerra sui mari e generò lo sviluppo delle grandi navi portaerei. Ed ora le torpedini, monopolio di sottomarini e motosiluranti, venivano spinte contro il bersaglio anche dai velivoli aerosiluranti.
Il ruolo del mezzo aereo crebbe molto sul fronte terrestre. Dall’alto si agì non solo per ricognizioni e bombardamenti delle posizioni nemiche, ma per attacchi al suolo con bombe e razzi. Per non dire del trasporto truppe e rifornimento. A dominare il terreno era però il carro armato, di cui pochi avevano capito la potenzialità una ventina d’anni prima. Alla sua comparsa, nel 1916, i progettisti inglesi avevano chiamato tank (cisterna) il goffo e sgraziato esemplare di mezzo corazzato, cingolato e armato.
L’industria bellica, che rilanciò economicamente la Germania degli anni Trenta, divenne motore di ricchezza e sviluppo per gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Le nuove armi, in piccola parte sperimentate nel primo conflitto, subirono un incremento esponenziale fin dai primi mesi del 1940. E la corsa agli armamenti, alle nuove invenzioni ed ai miglioramenti non si fermerà praticamente più.
Quelle individuali, entrarono nell’era del semi automatismo e automatismo: mitragliatori, fucili d’assalto e pistole mitragliatrici. Vennero perfezionati esplosivi, bombe a mano, lanciafiamme e mortai come armi di supporto per fanteria. Quelle di nuova concezione, come le portatili anticarro, dimostrarono una terribile efficacia.
I mezzi a motore trasformarono il modo di combattere, mandando in soffitta i concetti di movimento degli eserciti dei secoli precedenti. A parte lo sviluppo dei carri armati, perfino un piccolo veicolo leggero come la jeep si rivelò idoneo per ricognizioni, spostamenti rapidi, collegamenti ed anche incursioni di commando.
La sezione marinara è tutta da approfondire, per il suo interesse e per l’oggettiva complessità.
Ma nonostante lo sviluppo tecnologico degli armamenti, non si può dimenticare che le guerre sono sempre combattute dai soldati sul campo. La storia delle armi resta sempre una storia di uomini.
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