

Le avventure di Cat Holmes
- Autore: Enrico Guerra
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Il nome è Holmes, Cat Holmes. È il gatto maltese dell’ispettore di Scotland Yard Rudolph Mac Quincy e come tale è un infallibile investigatore - il micione, accanto al padrone - solutore dei nove gialli brevi proposti nella raccolta Le avventure di Cat Holmes, Edizioni Mondo Nuovo (Pescara, giugno 2024, collana Babele, 228 pagine). Chi li ha pensati a scritti preferisce chiamarli episodi, comunque nove: si tratta di Enrico Maria Guerra, pisano per una parte della sua esistenza, abruzzese a tutti gli effetti per un’altra più lunga, al seguito della madre pescarese, lettore onnivoro e autore dal 1994 di una serie considerevole di romanzi e raccolte di racconti.
Considerando la vita del narratore (83 anni, un altro romanzo, sotto tanti aspetti) si deve parlare del serio, prima del faceto. Perché se il divertente è dato dai brillanti polizieschi in miniatura dello scrittore di Spoltore (PE), il tragico invece riviene da un noto evento della Seconda Guerra mondiale, che lo ha coinvolto da piccolissimo con la famiglia. Guerra è nato a Pisa nel 1941 ed è rimasto in Toscana fino agli ultimi anni della giovinezza. Ne aveva appena tre quando perse il padre, sotto i suoi occhi, nella strage del duomo di San Miniato (PI), il 22 luglio 1944. Un ordigno colpì la chiesa dove la sua famiglia e un migliaio di pisani avevano cercato rifugio in attesa dell’avanzata alleata e della ritirata delle truppe tedesche. Settantanove anni dopo, a Enrico è stata riconosciuta la cittadinanza onoraria dal Comune toscano, segnato dal tragico avvenimento bellico che costò la vita al papà, Ugo, 33 anni, con altri 54 civili.
Ho utilizzato sin da ragazzino la scrittura per elaborare il mio vissuto
ha commentato nell’occasione all’Ansa, e in una raccolta del 2014 ha proposto uno scritto autobiografico in cui riprende le circostanze dell’eccidio. La responsabilità venne imputata all’esercito tedesco, ma si è accertato che è stato il proiettile vagante di un obice statunitense a entrare accidentalmente dal campanile e rimbalzare sulla colonna dietro la quale erano i Guerra.
In questo libretto 12x18,30 cm, non sfuggiranno ai lettori, fin dal primo episodio, le qualità del felino e la gelosia professionale, comunque affettuosa, del rossocrinito e baffuto poliziotto scozzese nella Londra vittoriana.
Bravo, Holmes, hai risolto il problema. Come farei senza di te?
Infatti, come potrebbe fare? Se lo chiede anche lo straordinario maltese.
Rudolph e Holmes vivono al secondo piano di una palazzina nella periferia londinese. Il gatto gli è stato regalato dallo zio Agos, al trasferimento da Brighton a The Yard. Così, in servizio è entrato anche Cat Holmes, perché l’ispettore non esce quasi mai senza il trasportino e non c’è caso che Cat non riesca a risolvere. Naturalmente, della partecipazione felina alle indagini è al corrente il solo Rudolph.
Tutto è cominciato con l’apparato per reggere le calze del generale Smitsly. Non una striscia di stoffa qualsiasi, ma il simbolo del nobilissimo Ordine della Giarrettiera, di cui il generale è stato insignito dalla Regina. Ritenendolo trafugato, dopo due giorni di ricerche personali infruttuose. aveva pregato Mac Quincy di dargli una mano. A un alto ufficiale non si può dire di no e Rudolph si era precipitato alla villa, lasciando Holmes in macchina, con un finestrino aperto. Il gatto, attratto da un passerotto sul prato, si era slanciato a caccia, diventando a sua volta oggetto di ricerche preoccupate. Al sopravvenire del buio, un miagolio aveva richiamato l’ispettore verso un cespuglio ed ecco Holmes, con l’importante onorificenza brillantata appesa al collo. Sul cinturino, il motto dell’Ordine “Honi soit qui mal y pense”.
Da qui due versioni: quella del gatto, che si muove da investigatore capace, e quella di Quincy, persuaso che il maltese si fosse infilato la giarrettiera del generale solo per pura casualità. L’ispettore, superstizioso inveterato, da allora però aveva preso a portare Holmes con sé nei casi ostici - lo erano tutti - lasciandolo gironzolare sulla scena del crimine e quello... com’è, come non è, riesce sempre a trovare la soluzione!
Le doti di Cat Holmes sono provvidenziali anche in un altro caso di sparizione, del gioiello della bisbetica moglie del Banchiere. È un marito costernato, ferito alla guancia nel radersi dall’urlo della signora Matilde all’atto della scoperta e impotente nell’arginare la furia della consorte, quello davanti al quale rischia di consumarsi la condanna sommaria della giovane domestica moldava. Da unica presenza in casa oltre alla coppia stagionata, è la sospetta colpevole della scomparsa, dal cofanetto dei gioielli, dell’anello con enorme diamante. Il Signor Banchiere si rivolge all’amico Rudolph per trovare una via d’uscita e l’ispettore resta a lungo schiacciato tra l’incudine e il martello di due insistenze: la “vecchia babbiona” che accusa la ragazza e l’avvenente Alyona, che proclama in lacrime la sua innocenza. Il gatto intanto scorrazza nel giardino e, guarda un po’, cerca di richiamare l’attenzione del padrone verso un grosso pino...
Questo racconto contiene in appena dieci pagine la quintessenza delle divertenti scorribande poliziesche del gatto maltese, intuitivo e portato al ragionamento interiore, quanto pigro e dedito a solenni ronfate.
Detto del primo racconto, diremo dell’ultimo, lungo quasi il doppio delle pagine e con un titolo molto promettente, Baraonda al British Museum. Altro particolare che non deve sfuggire: vi si ritroverà una presenza incontrata nei racconti precedenti, l’ispettrice Meg Sullivan, cherchez la femme nel cuore del buon Rudolph. Il cugino Sean Mac Quincy, responsabile della sicurezza del grande museo, mette al corrente l’ispettore della sparizione di piccoli oggetti legati al culto di Bastet, la Dea Gatta degli Egizi...

Le avventure di Cat Holmes
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