Le confessioni
- Autore: Roberto Andò e Angelo Pasquini
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
“Le confessioni” (Skira, 2016, a cura di Marco Oliveri, fotografie di Lia Pasqualino) di Roberto Andò e Angelo Pasquini contiene la sceneggiatura del film omonimo appena uscito nelle sale cinematografiche, con un cast di attori internazionali: Toni Servillo, Daniel Auteil, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Lambert Wilson.
Roberto Andò, regista di teatro, opera e cinema (“Il manoscritto del principe”, “Viva la libertà” con Toni Servillo), noto al pubblico internazionale, ha ottenuto grandi consensi in tutto il mondo e premi molti importanti tra cui il David di Donatello per la migliore sceneggiatura, il cui romanzo d’esordio, “Il trono vuoto”, edito da Bompiani, ha vinto il Premio Campiello Opera Prima mentre Angelo Pasquini, sceneggiatore, regista e scrittore satirico, è uno dei fondatori del settimanale satirico “Il Male”.
“... Nulla è nascosto che non debba essere manifesto e nulla segreto che non debba venire alla luce del giorno”.
Partendo da un versetto del Vangelo di Marco (4, 22), Andò e Pasquini confezionano una partitura raffinata, ad alta tensione, che gira intorno a una confessione, a un segreto e al conseguente voto del silenzio. In Germania, in un albergo di lusso che si affaccia sul Mar Baltico, sta per riunirsi in gran segreto un G8 dei ministri dell’economia pronti a adottare una manovra segreta che prevede conseguenze molto pesanti per i Paesi più poveri del Pianeta. Con gli uomini di governo ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché, e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star, e un monaco italiano, ex matematico, Roberto Salus
“cinquantacinque anni, capelli cortissimi, una rada barba sul volto scavato”
vestito con un saio candido ed essenziale. Il potente Daniel Roché “sessantenne dallo sguardo indecifrabile” durante una notte drammatica chiede a Salus di essere confessato.
“L’ultima volta che mi sono confessato è stata vent’anni fa...”.
Accade però un fatto tragico e inatteso
“il corpo di Roché è ancora disteso sul letto, ma questa volta il volto è coperto”
e la riunione deve essere sospesa. S’instaura così un fosco clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida serrata intorno al segreto. Infatti i Potenti della Terra sospettano che Salus mediante la confessione di Roché sia riuscito ad avere notizie sulla terribile manovra che dovrebbero varare, e lo sollecitano a dire quello che sa.
“Confidandosi con lei il dottor Roché ha commesso un grave errore. Il contenuto delle nostre riunioni è estremamente delicato, come tale è segreto”.
Ma il monaco certosino che ha fatto volto del silenzio, saprà uscire vittorioso da una partita che lo vede giocare in minoranza, uno contro tutti.
“Nel frattempo, Salus è rimasto solo, in attesa, al tavolo. Il suo sguardo sereno non lascia trasparire nulla”.
Se gli sceneggiatori descrivono
“un mondo ombroso, che vive nel segreto e che dal segreto della confessione viene minacciato”,
per il critico cinematografico Marco Olivieri, autore della prima monografia su Roberto Andò “La memoria degli altri. Il cinema di Roberto Andò” (Edizioni Kaplan, 2013), un film come “Le confessioni” riesce a cogliere lo spirito del tempo, le nevrosi e i limiti, il non detto e le paure più profonde dei contemporanei.
“Ho creato un ponte tra immaginazione e realtà”,
ha dichiarato Roberto Andò in una intervista, alla fine del presente testo, nella quale il regista ha aggiunto che Servillo non è solo un grandissimo attore ma
“per me innanzitutto è un complice, un amico con cui condividere una visione delle cose, una sensibilità, dei gusti”.
Del resto, ha proseguito Andò, la pellicola
“è nata da una passeggiata con Toni sui boulevards di Parigi, per una sorta di scommessa”.
Per Toni Servillo, la figura del monaco Roberto Salus, da lui magistralmente interpretato, si caratterizza
“con il bianco del suo saio, nel momento in cui si pone nei confronti degli altri personaggi, Salus risulta essere come uno specchio che negli interlocutori non rimanda la propria immagine ma che, invece, favorisce una sorta di viaggio interiore”.
“Per Sant’Agostino la confessione era un grido dell’anima. Lei che durata vuole dare al suo grido?”.
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