Le donne del castello di Jessica Shattuck

Ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, in un castello bavarese ormai in rovina, dove un tempo si riuniva tutta la nobile e ricca società tedesca, “Le donne del castello” (HarperCollins, 2017) di Jessica Shattuck è una storia potente sulla vita e il destino di tre vedove.

Tutto inizia con una festa nel 1938, che si tiene appunto al castello, dove il marito di Marianne, Albrecht, e il suo migliore amico, Connie, decidono che è il momento di prendere una posizione contro Hitler. Nello stesso momento Marianne giura, a loro insaputa, di prendersi cura delle mogli e dei figli del gruppo. Finita la guerra, tra le ceneri della sconfitta della Germania nazista, Marianne von Lingenfels, con i figli, torna dopo alcuni anni nell’imponente castello degli antenati di suo marito. Marianne è ormai vedova di un membro della Resistenza, assassinato il 20 luglio 1944, durante il complotto fallito per ammazzare Adolf Hitler, ed è decisa a mantenere la promessa fatta. Per prima cosa salva Martin, il figlio del suo più caro amico d’infanzia, lo porta via da una casa di rieducazione nazista. Insieme si fanno strada attraverso le macerie di una Germania sconfitta e distrutta, sino a Berlino, dove la madre di Martin, la bella e ingenua Benita, si è messa nelle mani dei soldati dell’Armata Rossa. Poi rintraccia Ania, la moglie di un altro cospiratore, e i suoi due ragazzi, rifugiati in uno dei tanti campi che ospitano i milioni di sfollati a causa della guerra. Appena Marianne riunisce queste due donne e le loro famiglie, scampate dalla guerra e provate dai tanti disagi, è convinta che il dolore che le unisce sia sufficientemente profondo: le due donne devono infatti fare i conti con le scelte fatte dai loro mariti e affrontare una serie di sfide.

Scritto con grande potenza emotiva l’ultimo romanzo di Jessica Shattuck è suggestivo, assolutamente coinvolgente e offre una nuova prospettiva su uno dei periodi più tumultuosi della storia europea. “Le donne nel castello” è un ritratto drammatico della guerra e delle sue ripercussioni e mostra cosa significhi, per delle donne sole, sopravvivere tra stenti inimmaginabili e sforzarsi con grande dignità di trovare una parvenza di vita tra le rovine sparse intorno a sé.
Marianne, Benita e Ania sono state testimoni, durante la guerra, di eventi indescrivibili, per non parlare dei tanti sacrifici che sono state costrette a fare. Adesso il passato ritorna e per affrontare il futuro devono scendere a patti e combattere ciascuna il proprio demone. Il destino delle tre donne si unisce e si intreccia al destino della Germania, al nazismo, alla seconda guerra mondiale, a un’incapacità, propria di molti tedeschi, di tornare alla normalità della vita dopo la guerra e alla necessità di domandarsi come sia successo che delle brave persone siano diventate naziste. Jessica Shattuck, con continui flashback, rivela l’angoscia sopportata da tutte le tre donne durante il periodo della guerra ma, al contempo, anche durante il ritorno alla pace. Con una narrazione introspettiva e psicologica, l’autrice ha saputo regalarci un romanzo epocale.