Le età di Lulù di Almudena Grandes

Romanzo erotico per eccellenza, best seller di fama internazionale, “Le età di Lulù” di Almudena Grandes (Guanda, 1990) è un’opera nella quale a venire pizzicate non sono solo le corde dei corpi, ma anche quelle degli effetti che l’educazione sentimentale imprime nella nostra personalità.

È la storia di Lulù, diminuitivo di Maria Luisa, bellissima ragazza madrilena perennemente indecisa se effettuare o meno il passaggio da bambina a donna, da ragazza dipendente ad autonoma, da oggetto a soggetto della propria vita. A complicare la scelta il matrimonio con Pablo, uomo dodici anni più grande di lei con la passione per il libertinaggio e che esercita sulla protagonista un potere tale da ridurla a mera sudditanza psicologica. Convinta di potersi liberare da questo giogo psichico, nella speranza di poter finalmente costruire un’esistenza autentica ed indipendente, Lulù si perde completamente in istinti sessuali sfrenati, torbidi e pericolosi nei peggiori ambienti di Madrid, dove il contatto con il proprio corpo è fasullo, un inganno dei sensi che la fa cadere nell’ennesimo tranello.

Almudena Grandes ha scritto un romanzo forte, diretto e provocatorio, con scene di estrema violenza fisica e sofferenza psichica, all’interno del quale il messaggio sull’accettazione di sé stessi è molto chiaro, l’accettazione dei propri limiti, dei propri inevitabili cambiamenti evolutivi, fermo restando che il rispetto del proprio corpo è indiscutibile, perché non è nient’altro che il rispetto per la propria sessualità e spiritualità.

“Allora mi convinsi che non sarei mai cresciuta se fossi rimasta accanto a lui, e avrei compiuto trentacinque, e poi quaranta, e poi quarantacinque, cinquanta, e poi cinquantacinque, e infine sessantasei anni, l’età di mia madre, senza mai riuscire a crescere, sarei rimasta eternamente una bambina, ma non una bella bambina di dodici anni, come quando vivevamo in quella casa falsa, enorme e vuota, nella quale non passava il tempo, bensì un povero mostro di sessantasei anni, sprofondato nella maledizione di un’infanzia eterna.”