I tre matrimoni di Manolita
- Autore: Almudena Grandes
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2014
“Nei tempi buoni, le ragazze si sposano per amore. In quelli cattivi, molte lo fanno per interesse. Io mi sposai con un detenuto nei tempi peggiori che si possono immaginare, e per colpa di due ciclostili che nessuno sapeva far funzionare”.
Nella Spagna, che la fine della Guerra civile (1936-1939) aveva consegnato nelle mani del generale Francisco Franco, non era certo facile adattarsi a tutto quello che comportava vivere sotto dittatura, figurarsi a Madrid dove l’atmosfera era ancora più plumbea e fosca. La sedicenne Manolita lo sapeva bene considerato che il padre della ragazza “semplice simpatizzante socialista” e la matrigna si trovavano in carcere e Antonio (Tonito) il fratello maggiore, bello e dalla “sbruffoneria allegra” si era rifugiato a casa di una ballerina di flamenco, perché convinto comunista e antifranchista.
“Tuo fratello Antonio sta bene. È con me”, aveva detto Eulalia Torres Martinez, in arte Carmelilla de Jerez come annunciavano i cartelloni pubblicitari del tablao di calle Victoria, dove la donna attaccava a lavorare alle nove. Manolita dalle guance carnose e dagli occhi piccoli, “scuri come bottoni” e dai capelli talmente ricci da risultare ingovernabili, al numero 19 di calle Santa Isabel era rimasta sola con una nidiata di fratelli più piccoli di lei da curare e da crescere.
La guerra civile da poco terminata
“aveva fatto affiorare il meglio, ma anche il peggio, in tutti noi, trasformandoci in persone diverse da quelle che saremmo state in tempo di pace”.
Manolita era giovanissima e il suo ruolo di capo famiglia l’aveva resa responsabile e matura ma aveva già perso le illusioni della giovinezza complice anche il clima di quel periodo così difficile, nel quale qualsiasi spagnolo avrebbe venduto la propria madre per pochi centesimi. Erano lontani quei giorni nei quali la ragazza non si stancava di ammirare il padre e il fratello maggiore tutti e due belli, alti, attraenti, grossi ma muscolosi, agili e robusti come atleti. Padre e figlio si assomigliavano talmente tanto che da lontano
“persino le loro ammiratrici li confondevano, e avevano un tale successo con le donne che alcune, come la figlia della portinaia, civettavano indistintamente con entrambi”.
Uscito dal suo nascondiglio, all’interno del quale l’uomo viveva come un animale braccato, Tonito, “il vero rosso di famiglia”, militante nella resistenza antifranchista aveva proposto a Manolita, soprannominata dagli amici del fratello “signorina Non Contate Su Di Me”, un piano assurdo. Un piano inconcepibile per Manolita, che non aveva mai voluto sapere nulla di politica, nato dall’isolamento di Tonito, dalla felice ignoranza di uno di quei pochi madrileni che continuavano a vivere nella capitale della Repubblica senza aver conosciuto ancora quella di Franco.
“Ma come ti viene in mente di propormi una cosa del genere? Sì, ecco! Non ho proprio nient’altro da fare che sposarmi con un detenuto, perché tu possa giocare al rivoluzionario...”.
I tre matrimoni di Manolita (titolo originale del volume Le tres bodas de Manolita, traduzione di Roberta Bovaia per l’editore Guanda), è il terzo volume degli Episodi di una guerra interminabile e come i due romanzi precedenti e i tre che seguiranno “è basato su una storia inventata che poggia su eventi storici reali”, come precisa Almudena Grandes, nata a Madrid nel 1960 autrice di Le età di Lulù (1989), nota per la sua passione civile e politica.
“Noi spagnoli, è risaputo, non siamo allenati a essere felici”.
Una trama coinvolgente e totalizzante che racchiude più di 160 personaggi, con la figura di una giovane donna in primo piano, che lotta per il futuro in un Paese dal regime politico dittatoriale che spegne qualsiasi speranza di un domani migliore.
“Da quando la guerra era finita, sapevo che il peggio stava per arrivare, che era in agguato dietro un foglietto qualsiasi del calendario, ma non avrei mai immaginato che fosse così enorme, incommensurabile, devastante”.
Accompagnato dalla bella copertina d’epoca raffigurante il Paseo del General Martinez Campos, facciata esterna della Casa Sorella (Madrid, 1945 ca.), il romanzo fiume (più di 750 pagine) è dedicato “a Edoardo Menicutti, compagno dell’anima e di tante resistenze” e a tutti quei repubblicani orgogliosi di appartenere alla migliore tradizione della storia spagnola.
Sono pochi gli autori capaci come lei di far convivere verità storica e narrativa, e l’idea di questo romanzo si può far risalire a una serata estiva del 2004 a Rivas in provincia di Madrid durante un concerto in omaggio ai repubblicani spagnoli chiamato Recuperando Memoria.
“Mai come in quella occasione sentii che la nostra stessa esistenza rappresenta la vittoria postuma degli sconfitti del 1939, la sconfitta di chi ha provocato una guerra atroce per vincerla, occupare il potere per quasi quarant’anni e dissolversi, poi, come una zolletta di zucchero in un bicchiere d’acqua, in quella posterità che pretendevano fosse eterna e imperiale”.
I tre matrimoni di Manolita
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