Le farfalle di Villa Giulia
- Autore: Evelina Proli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
L’incontro tra Emma e Nora, tra dolore e memoria, è la storia di questo romanzo dalla trama toccante, commovente, che mi ha molto emozionato poiché ho ritrovato tra le pagine la mia sofferenza.
Le farfalle di Villa Giulia è il nuovo lavoro di Evelina Proli, nata a Tarquinia e laureata in Scienze Infermieristiche e Ostetricia.
Appassionata di lettura e di musica, vive a Viterbo dove esercita la professione di informatore medico-scientifico.
Qui tutto è fermo, incantato nel mio ricordo. Anche nel vento.
V. Cardarelli.
La scritta del poeta della malinconia velata era posta all’ingresso di Villa Giulia, affacciata sul lago, immersa in un luogo immobile e malinconico nel quale si udivano i piedi affaticati, lungo i corridoi illuminati, di donne anziane, uno uguale all’altro, quasi a inciampare tra gli ultimi giorni della loro vita nel silenzio della mente.
Un tempo avevano folte chiome bionde, brune, erano donne dai corpi arrotondati, donne che avevano studiato o che si erano dedicate alla famiglia. Possedevano ancora ora, nonostante la tristezza dello smarrimento, un’energia particolare, soprattutto nell’ora di danza, così belle che quando ballavano erano chiamate le farfalle. Emma, la voce narrante, era un’infermiera e aveva scelto quella piccola cittadina sul lago di Bolsena per trovare riparo, in quel lento scorrere del tempo, dal suo profondo dolore.
A Emma le piaceva entrare nei racconti delle signore, nei loro mondi perduti, e averne cura come persone di famiglia.
...incontravo personaggi come soldati in guerra, mariti o fratelli che non avevano fatto ritorno. Entravo nel ricordo della loro vita passata ...
E tra le ospiti di Villa Giulia si sentirà più legata da un profondo affetto a Nora: esile, capelli bianchi corti racchiusi da cerchietto blu, orecchini di perle e gli occhiali di metallo che le nascondevano gli occhi velati dalle lacrime.
La decadenza della vecchiaia non nascondeva la sua bella personalità. Ogni fine settimana rimaneva in attesa dell’arrivo del suo Carlo, in un silenzio composto, lì ferma a guardare fuori dalla finestra.
Carlo era morto alcuni anni prima, ma lei non lo ricordava. Raccontava nei suoi momenti di lucidità di essere rimasta sola e di incontrarlo nei sogni.
Nora ricordava a Emma sua nonna Lilla; l’aveva amata più di quanto si possa amare una mamma, o i propri genitori, e ne sentiva la mancanza. Aveva scelto e maturato quel lavoro proprio nei lunghi mesi della sua malattia. E dopo la sua morte la rottura con la sua famiglia era diventata irrecuperabile.
Terminato il lavoro Emma si recava nella sua casa, l’ultima del paese. Sola nel suo dolore, come una zattera alla deriva, carica di vuoto, nel ricordo di quell’amore appagante e dell’assenza di Francesco, e l’immenso dolore di non aver potuto dirgli addio tenendogli la mano.
Dopo la sua morte, uno schiaffo dato con un guanto di ferro, si ritrovava a dover riscrivere il futuro senza di lui. L’incontro con Nora la condurrà verso un destino più felice, ad allentare le ostilità con la sua famiglia e a una rinascita per tante emozioni. Nora era una scrittrice, aveva pubblicato diversi libri nella sua vita fino a quando si era dovuta fermare per via della malattia che l’aveva frammentata.
Consegnerà a Emma il suo ultimo manoscritto chiedendole di terminarlo e di farlo pubblicare. In quel manoscritto aleggiava una musicalità tra le righe e il mondo di Nora sarebbe diventato quello di Emma.
Avevo attraversato lo stesso deserto di Nora.
Una storia vera, di vita, del dolore dell’anima e la della tristezza in fondo al cuore, dell’ incontro che spinge al cambiamento con una presa di coscienza più profonda sul senso della propria esistenza.
Le farfalle di Villa Giulia
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